Il Premier peggiore

Che Luigi Di Maio non possa aspirare ad essere uno statista è un’ovvietà che fa il paio con l’impudenza della citazione di Alcide De Gasperi. Se soltanto si rendesse conto del danno che arreca alla credibilità del Paese rivestendo la carica di ministro degli Affari esteri fuggirebbe a gambe levate dalla Farnesina e si consegnerebbe all’oblio cui è destinato.

Il vero colpevole, però, non è Di Maio, interprete verace del peggiore movimento politico della storia repubblicana. Il colpevole è Giuseppe Conte, il camaleontico Presidente del Consiglio buono per tutte le alleanze, l’uomo del purchessia, pronto a rinnegare anche se stesso senza battere ciglio.

Se a Di Maio possiamo guardare con tibetana compassione, a Conte spetta ben diverso trattamento. Lui non è lo sprovveduto che si rivolge alla massa dei rancorosi grillini; non è l’uomo che parla di tunnel inesistenti; non è – neppure – il presuntuoso che insolentisce a colpi di “questo-lo-dice-lei”. Lui non è nulla di tutto questo e, purtroppo, è molto peggio della somma di tutte queste cose.

È peggio perché è più scontato di Giggino; è peggio perché parla di cose che non esistono (la ripresa) sapendo che non esistono; è peggio perché addebita al precedente Governo colpe ascrivibili anche e soprattutto alla sua responsabilità.

Vedo ogni giorno persone che deridono Johnson per le sue sortite. Guardate il nostro “Giuseppi” e, pettinatura a parte, ditemi in che cosa è migliore. Il suo linguaggio è più simile a quello di Danilo Toninelli (il Signore abbia compassione di lui) che a quello di un accademico. La sua competenza giuridica sembra il quarto mistero di Fatima. I suoi toni sono più sgradevoli di quelli tanto cari alla Castelli. E nonostante tutto ciò, Conte dirige l’attività del Governo, anzi del Governo nato sulle ceneri del Papeete.

Evidentemente mi sfugge qualche cosa, mi ripeto da tempo. Poi, pensandoci bene, mi dico che quel qualcosa sfugge anche ad altri, che la sanno molto più lunga di me. D’altra parte, come disse Woody Allen, chi la sa lunga è malvagio nel profondo del cuore.

Aggiornato il 05 novembre 2019 alle ore 10:39