Commissione Segre: come si alimenta il razzismo e l’odio

martedì 5 novembre 2019


L’istituzione di una “Commissione contro l’odio” è utile a capire come si fa nell’Italia del XXI secolo a istituire un illiberale organismo di censura politica e a fare un deciso passo verso l’introduzione di reati di opinione in nome della lotta all’odio e al razzismo e, in generale, dei principi liberali. Si fa così: si parte da principi universalmente condivisi come la ripulsa dell’odio razzista. E cos’è più rivoltante dell’odio antisemita? Così si usa come paravento un personaggio universalmente rispettato e simbolo di quella ripulsa. Poi si allarga a dismisura il campo fino a comprendere una vasta gamma di opinioni “scorrette” ritenute sospette di una generica “intolleranza” e di una quasi altrettanto generica “istigazione all’odio nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere...”.

Così si istituiscono dei quasi reati di opinione così generici che si potrà accusare chiunque non sia perfettamente ligio ai dettami del pensiero unico politicamente corretto. In particolare, rischiano di vedersi negare il diritto di espressione i tradizionalisti e i conservatori, compresi molti cattolici, i quali, invece, hanno tutto il diritto di difendere la tradizione, l’identità e la cultura nazionale (ed euro-occidentale). Se infatti uno dice di essere contrario ad una politica di immigrazione irregolare illimitata sta istigando all’odio razziale? E se dice di essere contrario alle adozione dei bambini da parte delle coppie gay è per questo “omofobo”? E se qualcuno dice “prima gli italiani” è, per questo, uno “xenofobo” o un “razzista”?

Ma c’è di più: chi deciderà e con quali criteri si tratta di legittima espressione o istigazione all’odio? Arbitra di questi casi sarà una maggioranza politica nella “Commissione straordinaria”. Questa funzionerà così come un vero organo di censura politica. Avrà, infatti, il potere di chiedere – così conclude il testo – “agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet... la rimozione dal web dei relativi contenuti”.

Ecco come si fa, utilizzando la shoah ed una sua vittima ad istituire un organo politico di censura che colpirà anche le più blande opinioni conservatrici e spesso il semplice buon senso. Ecco come si fa ad alimentare un razzismo etico-politico verso dissidenti e avversari di oggi, gridando abbasso il razzismo etnico di ieri. Ecco come si fa ad alimentare l’odio, gridando “abbasso l’odio”. Ben scavato dalla vecchia talpa della distruzione culturale!


di Lucio Leante