Destra Liberale cemento del centrodestra

La scorsa settimana è finita bene, a Roma: venerdì affollato convegno costituente della Destra Liberale; sabato adunata oceanica del centrodestra in Piazza San Giovanni. Circa duecentomila persone attorno a sindaci e presidenti di Regione della coalizione, ed ai capi: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Destra Liberale è stata presente nella piazza, non sotto vessilli di partito, ma coi tricolori nazionali in pugno, qualcuno con lo stemma sabaudo. Tutti gli interventi di quel convegno costituente hanno sottolineato come Destra Liberale non intenda affatto formare un partitino nuovo, ma essere il movimento politico-culturale in cui si ritrovino i liberali della Destra, a qualunque partito della coalizione appartengano. Non un microrganismo discriminante: liberali da una parte; una Destra presunta illiberale dall’altra, ma un cemento della Destra coi principî scolpiti sui frontoni dell’Altare della Patria: PATRIÆ VNITATI – CIVIVM LIBERTATI.

Attorno a questi ideali, Destra Liberale non chiama a raccolta solo i liberali da sempre, ma anche coloro i quali, davanti al fiscalismo di questo Governo ed all’utilizzo politico della “giustizia”, tra virgolette in quanto non lo è, non possono non trovare in quei principî il loro cemento. Gli attentati alla libertà della sinistra al potere sono tali, che non solo Silvio Berlusconi, fondatore d’un movimento da egli definito partito liberale di massa, ma anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini, dal palco di Piazza San Giovanni, nei loro discorsi, si sono espressi in modi non molto differenti da quelli degli interventi del giorno prima. Sarebbe, tuttavia, un’illusione, credere, per questo solo fatto, il centrodestra una coalizione di per sé solo liberale. La storia politica italiana del XX secolo ha prodotto anche settori di Destra agitati da pulsioni illiberali, in genere per lo slittamento in quella direzione di spezzoni di sinistra andata a male.

Le circostanze politiche del momento, però, richiedono, oggi, un cemento liberale dell’opposizione. L’opportunità può esser presa, oppure no. Spetta ai liberali cogliere l’attimo fuggente. Lo faranno se si rimboccheranno le maniche, organizzando un movimento a doppia tessera. Occorre dare la possibilità ai liberali di militare, censiti come tali, all’interno dei movimenti di massa del centrodestra; ma anche ai capi e dirigenti di quei partiti di aderire agli ideali della Destra Liberale. Qualora un pratico attivismo, cosa scarsamente vista tra i liberali dalla seconda metà del XX secolo, spingesse anche una Giorgia Meloni od un Matteo Salvini ad entrare in Destra Liberale, restando saldamente alla guida delle loro organizzazioni di massa, allora s’avrebbe una svolta nella storia d’Italia ed anche d’Europa. A questi traguardi, adesso, i liberali possono ambire, purché non facciano finire tutto con un bel simposio.

 

Aggiornato il 22 ottobre 2019 alle ore 15:33