Mosche cocchiere

lunedì 23 settembre 2019


Impegnato in una strenua lotta con Luigi Di Maio sulle merendine da tassare, ultima scemenza partorita dal “Governo della svolta”, il premier Giuseppe Conte, appena giunto a New York per partecipare ai lavori dell’Assemblea generale dell’Onu, ha assunto il ruolo di una poderosa mosca cocchiera sul tema della cosiddetta economia verde. Dopo aver espresso la sua supercazzola in merito alle citate merendine da tartassare, definendo l’iniziativa “un nuovo approccio in termini di cultura alimentare per la salute dei nostri bambini”, ha indicato ai giornalisti il suo prossimo obiettivo senza mezze misure: “L’Italia vuole la leadership nel mondo e il primato sul Green new deal. Questo – ha specificato il presidente del Consiglio – non significa ovviamente tassare il nostro sistema produttivo per liberare risorse, ma significa però creare incentivi per riorientare tutto il sistema in quella direzione”.

Dunque, dopo esserci posti in pole position nella griglia dei questuanti europei, nella disperata ricerca di ulteriori quattrini da gettare nel pozzo senza fondo della spesa corrente, Conte rilancia la sua personale scommessa politica raccontando l’ennesima favoletta della buonanotte in salsa verde.

Tuttavia, chiacchiere e slogan da quattro soldi a parte, i problemi sistemici di un Paese in via di decomposizione restano tutti, a partire proprio dalla quella summenzionata spesa pubblica corrente che rappresenta uno dei principali fattori di paralisi per il Paese medesimo. Altro che l’economia verde per disperati vagheggiata dal nostro inappuntabile Premier. Eppure, alle prese coi rischi rappresentati da una finanza pubblica che viaggia costantemente sull’orlo del baratro, sotto la spada di Damocle di un possibile rialzo dei tassi d’interesse sul nostro colossale debito sovrano, abbiamo un capo dell’Esecutivo che vola dall’altra parte dell’Atlantico per annunciare svolte epocali sulle merendine, invocando la supremazia globale sull’Araba fenice della green economy.

In tal senso, non possiamo certo dire che la concretezza ed il pragmatismo rappresentino il tratto distintivo del nostro inappuntabile avvocato del popolo.


di Claudio Romiti