La svolta di Pulcinella

lunedì 16 settembre 2019


Intervenendo alla Fiera del Levante di Bari, il premier Giuseppe Conte ha ribadito l’ottimismo distribuito a piene mani nel suo discorso d’insediamento alle Camere. “Nella mia recente visita a Bruxelles – ha detto – ho ricevuto la conferma che l’Italia è chiamata ad affrontare un punto di svolta, una sfida cruciale. L’Italia gode infatti di un prezioso capitale di fiducia – ha sottolineato – che, se sarà spesa al meglio, produrrà effetti benefici nel breve e nel medio periodo”. Ma è sul fronte delle tasse che l’avvocato di Volturara Appula ha raggiunto l’apoteosi: “In tal senso le risorse reperite da calo dello spread – ha rimarcato con enfasi Conte – lotta all’evasione, tax expenditures e spending review potranno contribuire a una significativa riduzione del carico fiscale su famiglie in particolare con medio e basso reddito e le imprese, in particolare quelle che innovano”.

Ma non è fantastico? All’interno di questo ennesimo tributo alla supercazzola di monicelliana memoria, ben dissimulata tra alcuni paroloni del momento, troviamo il più classico ossimoro fiscale, tipico dei veri cantastorie della politica: tagliare le imposte aumentando le imposte medesime. Infatti le misteriose tax expenditures messe nel mirino anche dall’attuale ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, altro non sono che una massa di agevolazioni fiscali di svariati miliardi di euro. Al momento sarebbero una decina quelli individuati dai “nuovi” benefattori pubblici al potere.

In estrema sintesi, se passasse questa formidabile ideona, si realizzerebbe una corposa e assolutamente sterile partita di giro tra il tanto strombazzato taglio delle tasse per imprese a famiglie e le famigerate tax expenditures, altrimenti dette deduzioni e detrazioni fiscali. D’altronde, dal momento che lo stesso Gualtieri ha escluso che si possano toccare le principali spese pazze dei precedenti governi – tra cui reddito di cittadinanza, quota 100 e vari bonus renziani – e che in aggiunta si dovranno reperire una trentina di miliardi per tenere in equilibrio il bilancio senza far aumentare l’Iva a gennaio, solo ricorrendo al più classico dei trucchi contabili sarebbe possibile vendersi la balla di una decisa riduzione delle imposte.

Tuttavia, l’attuale ministro dell’Economia sembra avere in serbo il suo personale bazooka con cui incamerare le risorse necessarie per la svolta annunciata da Conte: la lotta all’evasione e una vera spending review, così come sostenuto dal signor Conte bis. Una vera e propria “novità”, che per quanto riguarda il primo punto sento ripetere da quando portavo i calzoni corti, la quale il successore di Giovanni Tria non si risparmia di indicare praticamente ad ogni impegno pubblico. Quindi, se capiamo bene, la svolta vagheggiata dal premier passerà per una forte riduzione del carico fiscale finanziato da un sostanziale aumento del carico medesimo. Mentre per coprire le numerose promesse di nuove spese avanzate dal capo dei benefattori giallo-rossi si farà ricorso ad una serrata lotta all’evasione fiscale e ad una rinnovata revisione della spesa pubblica. Insomma, ditemi voi se questa non è una vera e propria svolta di Pulcinella!


di Claudio Romiti