Il vostro bene non ci serve

Non lo vogliamo il vostro bene, non ci serve, soprattutto non crediamo ad una sola parola delle vostre, non solo per come vi siete insultati fino a ieri, ma per come ci avete governato fino ad oggi.

Quale sarebbe, la svolta, quella di Roma della sindaca Virginia Raggi? Di Torino della sindaca Chiara Appendino e dello scontro frontale con Piero Fassino, oppure 14 mesi di governo fallimentare? O della ripetizione del Partito Democratico cacciato via dal voto del 2018 e da tutti i voti successivi? Quale sarebbe il rinnovamento, quello di una squadra che ci ha portato in recessione, in serie B, e per ciò viene confermata per puntare allo scudetto? Oppure di un allenatore gaffeur e ballerino, che sull’anno bellissimo pensava al suo, di anno.

Perché sia chiaro, essere riproposti alla guida di un governo, che il Pd e la sinistra hanno definito disastroso, fallimentare e pernicioso, significa davvero essere nati con lo stellone, oppure coperti da tutti i santi in paradiso e forse più. Ecco perché Giuseppe Conte si è raccomandato al Papa, ricevendo non solo una nuova benedizione ma un rosario da tenere in tasca, chissà mai qualche malocchio; insomma, da una parte Beppe Grillo come un profeta parla con Dio, dall’altra il Santo Padre benedice il Premier, più bellissimo di così…

Come se non bastasse, per completare l’opera di trasformismo, quella che cambia una disgrazia in fortuna collettiva, il Pd ha smosso e chiamato mezzo mondo per benedire Conte e la nuova alleanza, a partire da Giorgio Napolitano e Romano Prodi. Da Donald Trump, che fino a ieri il Pd considerava “un pagliaccio” e oggi cita come referenza di prestigio, a Emmanuel Macron, alla cancelliera Angela Merkel, seppure reduce dall’ennesima batosta, fino alla Bce e compagnia cantante; tutti per Conte e il matrimonio per il bene dell’Italia tra Grillo e Zingaretti.

Bene, diteci voi se questo non sia un fatto bellissimo, un miracolo davvero, ecco perché pensiamo che “Giuseppi” si riferisse al suo di anno, quando garantiva che sarebbe stato bellissimo. Eppure mentre grillini, il Pd, Leu, i sindacati e il Vaticano rinnegano le critiche e le insolenze che si sono dette, le incompatibilità giurate, gli strali per un governo a maggioranza Cinque Stelle, gli italiani chiedono a viva voce di votare senza che nessuno li stia ad ascoltare.

Eccolo qua il bene che ci vogliono, il supremo interesse per noi, la smisurata attenzione alla volontà popolare. Ci amano così tanto da non farci votare, ci vogliono così bene da impedirci di usare lo strumento più democratico che esista: il voto. Ecco perché diciamo che il loro bene non ci serve, non ci crediamo, non lo vogliamo, noi non crediamo più a chi si rinnega pur di restare al potere, a chi si rinnega per ottenerlo, a chi si rinnega per non andare a casa, perché se votassimo per la maggior parte di loro sarebbe finita.

L’amore per noi è una presa in giro, è un imbroglio colossale, hanno solo paura del risultato elettorale, della vittoria del centrodestra, ma quando mai un gruppo, un allenatore che ha fallito viene confermato, promosso e decorato? Suvvia, è una bugia e così sia. E poi che ricetta daranno, cambieranno sulla Tav, sul salario minimo, sul reddito, sulla prescrizione, sulla gronda, sulla Tap, sull’immigrazione? Il Pd cambierà sul deficit, sul debito, sull’ossessione fiscale che Matteo Renzi ha sbandierato chiudendo Equitalia e avviando la rottamazione? Perché sia chiaro, sarà Renzi il deus, quello che in Europa voleva battere i pugni, quello del garantismo, del taglio orizzontale delle tasse, dell’attacco al decreto dignità, della sfida sui navigator e sullo statalismo grillino.

Ecco perché non vogliamo un bene che non c’è, sarà solo un’abbuffata di potere, una ammucchiata di voltagabbana contro il voto e contro la chiara volontà degli italiani.

Aggiornato il 02 settembre 2019 alle ore 11:04