Le sfolgoranti idee di un genio incompreso

venerdì 19 luglio 2019


In attesa che si concluda la farsa del cosiddetto Governo del cambiamento, al netto di eventuali trappoloni targati “Esecutivo di transizione” e benedetti dal Capo dello Stato, quel gran genio incompreso di Luigi Di Maio continua a sfornare idee e proposte a getto continuo. Dopo aver abolito la povertà – rigorosamente a chiacchiere – ed essere riuscito a far aumentare l’occupazione senza crescita della ricchezza prodotta (roba da far invidia a San Gennaro, il santo prediletto da Giggino), oggi il capo politico dei grillini immagina di abolire tout court il bollo auto, alias tassa automobilistica regionale, finanziando il mancato introito attraverso i “risparmi” derivanti dal calo dello spread.

In pratica, l’idea di codesto politico di razza che tutto il mondo ci invidia, sarebbe quella di coprire i circa 6,5 miliardi di gettito in meno con un pari trasferimento di risorse, dallo Stato centrale alle Regioni, attingendo alle minori spese per interessi che, si spera, il destino ci porterà in dono. Se poi, per avventura, la volatilità dei mercati, alla quale siamo da tempo particolarmente esposti, dovesse far risalire bruscamente il costo per rifinanziare il nostro debito pubblico, c’è sempre l’opzione del citato San Gennaro come ultima istanza.

Comunque sia, si deve prendere atto che Di Maio sembra aver inaugurato una via alternativa per abbattere la pressione tributaria allargata. Non più attraverso la via maestra del taglio alla spesa pubblica, bensì ricorrendo alla magia dei presunti risparmi sul finanziamento del nostro colossale debito. Dunque, si potrebbe anche sostenere che più aumenta il debito medesimo, soprattutto grazie alla valanga di nuove spese correnti realizzate dall’attuale Esecutivo, e più occasioni per risparmiare sui maggiori interessi si creano.

Arrivando ad un indebitamento del 200 per cento del Prodotto interno lordo, così come consiglia Paolo Savona, si creerebbe lo spazio fiscale per enormi “risparmi” da destinare ad altre spese pazze. Sotto questo profilo, le vie del signorino soddisfatto che dirige il ministero dello Sviluppo economico risultano infinite.


di Claudio Romiti