Il sorpasso

Pare che i sondaggi diano oramai il “No” all’Unione europea avanti al “Sì” che finora era stato sempre prevalente. Il consenso popolare all’Europa era passato attraverso il consenso ai partiti che erano sempre prevalsi nei vari Stati europei. Un’Europa quasi unita, in funzione di appendice della Nato.

Poiché non solo in Italia l’assetto politico che, ci piaccia o no, ha continuato a reggersi, così come si era formato, in conseguenza della “Guerra fredda” e, prima ancora, degli accordi di Yalta, esso è oggi sconquassato dall’onda lunga della fine della ragione che lo impose e lo sostenne, un assetto che molte cose ci ha dato, ma non un’affezione vera alle libere istituzioni, che pure avevano in tutti gli Stati europei assunto forme sufficientemente adeguate alle tradizionali formule prevalenti.

Sembra che ciò oggi travolga a distanza di anni quei sistemi in cui si era vissuto comodamente a cagione di una sorta di “stato di necessità”. Siamo oggi a fare i conti con i detriti di quella politica, quali sono i populismi, i “sovranismi” (bruttissimo e stupido termine. E non solo in Italia).

Il peggio di questa situazione è che, diversamente dalle scelte di campo mondiali, che hanno sorretto al potere da noi il “sistema” Democrazia Cristiana e importato analoghe scelte in altri Paesi europei, era stato subito, accettato e tollerato nelle sue storture dalle masse, tanto che c’è voluto un colpo di Stato per rompere quell’assetto politico.

Oggi, dopo la fine di quelle ragioni che lo avevano imposto, un’altra necessità, oramai ogni giorno più evidente, di una Comunità politico-economica europea non è mai stata compresa appieno e mai si è valutato a tutti i livelli il baratro che sarebbe rappresentato dal voler affrontare le nuove competizioni economico-politiche mondiali in ordine sparso.

Una politica miope dei più forti Paesi dell’Unione, Francia e Germania, ha, del resto, fatto molto diminuire il beneficio che a tutto il Continente avrebbe dovuto portare l’Unione. Basti pensare alla questione dei cosiddetti “migranti”.

Andranno come andranno le elezioni di maggio. Ma se a questa Europa già sconquassata, a questa Unione malfunzionante e bisognosa di urgenti riparazioni, dovesse imporsi un passo indietro, a tutti i Popoli d’Europa, ma soprattutto al nostro, nelle mani di una banda di commedianti ignoranti, sarebbero riservati tempi assai duri.

 

Aggiornato il 19 aprile 2019 alle ore 16:54