Roma quasi come Tripoli: guerra tra due governi

In Italia, oramai, è quasi come in Libia, dove ci sono due governi che sono in guerra tra loro.

Da noi, per fortuna, non siamo ancora alle cannonate ed alle raffiche di mitragliatrice tra quelli del generale Matteo Salvini (o forse sergente maggiore) e quelli del generale Luigi Di Maio (o forse sottotenente di complemento), detti pure i primi “quelli della Lega”, e i secondi “quelli delle Cinque Stelle”. Oramai, almeno fino alle elezioni europee, andrà avanti così. Nessuno di qui ad allora conquisterà Roma come forse avverrà per Tripoli. Poi, chissà.

Intanto la situazione libica, la cui incertezza per lungo tempo aveva comportato l’impossibilità di frenare “in partenza” le traversate e gli sbarchi dei migranti, credo ne abbia oggi arrestato il flusso. Passare per la Libia, anticamera dell’Italia, è diventato troppo pericoloso anche per i disperati in fuga da eccidi e nefandezze di ogni sorta nei loro Paesi. Ma la guerra in atto in Libia ha pure bloccato quel minimo di attività diretta a ridurre le ragioni dell’esodo dall’Africa. Il maltempo e l’imprevedibilità delle tempeste nel Mediterraneo hanno fatto buona parte del resto. La “linea dura” di Salvini se ne è presa tutto il merito, senza che sul “Sanaporcelli” gravasse la responsabilità di un’eventuale e inutile quasi rottura dei rapporti diplomatici con la Francia. Ma mentre Salvini si gloria di aver bloccato l’invasione, a due passi da noi, nella Grecia stremata da una crisi economica mai superata si accalcano folle di migranti, pronti a riversarsi nei vari Paesi d’Europa, tra cui l’Italia. Le condizioni della Grecia non consentono ad essa di prendere alcune misure per contenere la massa enorme dei migranti che vi si sono accumulati. Ma prima o poi esploderà.

Poi c’è il “Reddito di cittadinanza”. Cavallo di battaglia delle promesse del “Contratto di Governo”, costato un mezzo sfascio della finanza della Repubblica, liti e contestazioni con l’Europa e già mezzo fallito. Intanto si è subito rivelato un “reddito di residenze” dovuto anche ai residenti non cittadini italiani, che subito, giustamente, lo hanno richiesto. Assai meno del previsto, però, la richiesta totale. Significative le statistiche delle frequenze regionali. La scarsità delle richieste rispetto alle previsioni dice molte cose. Ma dice anche che sono certamente le statistiche che nessuno farà mai, quelle delle richieste fasulle o truffaldine che darebbero gli indici più alti di quanto lo saranno di meno le richieste totali.

Legittima difesa. Un pasticcio inverecondo ed inutile. È la prova che il “grande problema” del “potersi difendere da soli” era ed è una balla pericolosa. E pare che la gente lo abbia capito. La riforma della pensione ha provocato danni nel mercato del lavoro e non ha affatto giovato a chi aveva avuto rosee promesse.

Risarcimenti ai clienti delle banche fallite: saranno risarciti i crediti minimi. Poi per gli altri si faranno “arbitrati” che serviranno a dare emolumenti agli arbitri. C’è poco da “arbitrare”, infatti, quando uno ha messo i soldi in banca e ha trovato, poi, gli sportelli chiusi. Materia per altre risse e per altre false “elargizioni” di qui alle elezioni europee non mancheranno. Con la crescita sfrenata del debito pubblico e di ogni altro malanno economico. Si vedrà se questi buffoni troveranno il modo, ciascuna metà di loro, di far carico del disastro all’altra metà ed il merito a sé di averglielo attribuito e potranno continuare a sperare di trovare gente che faccia il tifo per la loro aggressività verso gli “alleati” di un governo buffone. Non siamo un Paese di individui imbecilli. Ci sappiamo arrangiare. Ma, per “vivere tranquilli”, come popolo, ci facciamo fregare da personaggi tutto sommato più imbecilli degli imbecilli tra noi.

Aggiornato il 11 aprile 2019 alle ore 10:04