Una politica economica tutta da rifare

A quanto risulta da molte indiscrezioni di stampa, il ministro dell’Economia Giovanni Tria starebbe predisponendo una sorta di operazione verità. Con la prossima pubblicazione del Documento di economia e finanze, infatti, l’inquilino di Via XX Settembre avrebbe deciso di tenersi più vicino alla triste realtà del momento, mettendo nero su bianco la condizione assai critica del bilancio pubblico. In tal modo verrebbe sostanzialmente sconfessata la sempre più grottesca propaganda di Lega e Movimento 5 Stelle, tesa a dimostrare con le chiacchiere la bontà della loro azione di governo.

I due partiti alleati, in effetti, continuano a raccontare al Paese un favola che non esiste, esortando i cittadini elettori ad avere ancora un po’ di pazienza poiché, quando i principali provvedimenti dell’Esecutivo del cambiamento faranno sentire appieno i loro salvifici effetti, la manna scenderà copiosa dal cielo mentre gli asini spiccheranno il volo. Ma battute a parte, la traiettoria in cui questi geni hanno inserito il sistema, ampliando a dismisura la nostra storica propensione ad aumentare a debito la spesa corrente, appare rovinosa ed è ampiamente certificata dai pessimi dati economici degli ultimi mesi. Dati i quali, al netto dell’attuale congiuntura mondiale, sembrerebbero dimostrare che il combinato disposto delle follie messe in piedi dai signori del cambiamento (misure profondamente sbagliate unite ad un clima di crescente incertezza) sta letteralmente paralizzando l’attività economica in generale.

In soldoni, con la crescente percezione avvertita un po’ da tutti che una valanga di nuove tasse si stia per abbattere sulla nostra testa, a cominciare da un forte inasprimento delle aliquote Iva, aziende e famiglie stanno riducendo al minimo gli acquisti e gli investimenti. E ciò, malgrado quanto riportato dagli ultimi sondaggi politici, che sembrano ancora premiare l’attuale maggioranza, seppur con un netto ribaltamento a vantaggio della Lega, segnala che il sempre più diffuso sentimento di sfiducia non si è ancora completamente traslato sul piano elettorale. Tuttavia, dato che alle viste non si rilevano significativi indizi di una repentina ripresa, la caduta economica in atto si tradurrà molto presto anche per la Lega di Matteo Salvini in una veloce perdita di consensi.

Ora, appare evidente che l’unica speranza ragionevole di uscire indenni da una crisi mondiale da tempo annunciata è quella di gettare alle ortiche le principali misure dei giallo-verdi, su tutte quota 100 e reddito di cittadinanza, riscrivendo ex novo una politica economica e finanziaria che abbia come principale obiettivo quello di rendere sostenibile un debito pubblico in via di irreversibile avvitamento. Qualcuno, e con buone ragioni politiche, obietterà che i due partiti al potere non sceglieranno mai di impiccarsi elettoralmente, ammettendo di fatto di aver ingannato il popolo e rimangiandosi di conseguenza quanto promesso per anni. Il problema però è che, giunti a questo punto della favola, se non si suicidano loro, si suicida economicamente il Paese reale. Tertium non datur.

Aggiornato il 08 aprile 2019 alle ore 11:10