Interrogativi sul Cattolicesimo

giovedì 4 aprile 2019


Non sono certamente io la persona più adatta e più capace di porsi interrogativi la cui risposta implica valori epocali su ciò che sta accadendo nella Chiesa Cattolica. Né, francamente, ciò è motivo per me di tormento e di angosce. Ho però l’impressione che a molti che ieri ed oggi di religioni, di dogmi, di storia e dottrine della Chiesa assai più di me se ne intendono, non colgano qualcosa che oramai ogni giorno di più si fa evidente.

La Chiesa Cattolica certamente esiste. Esistono statistiche che lo confermano e gerarchie, magnificenze di espressioni artistiche dei suoi valori, delle sue leggende. C’è a Roma un Papa. Anzi, ce ne sono due. Il Papa è infallibile. Tale proclamato meno di due secoli fa ma con effetti, per così dire, retroattivi. Se poi guardiamo alla potenza economica, non è che l’avere il successore attuale di Pietro assunto il nome del “Poverello di Assisi” abbia fatto gettare via danaro, titoli, partecipazioni azionarie e l’immenso patrimonio immobiliare. Se il “Numero Uno” di queste specifiche faccende rischia la galera per il resto dei suoi giorni, proprio come un ministro o un industriale italiano, ciò ha a che vedere con cose un pochetto diverse dal danaro e dalle ricchezze da lui amministrate.

Malgrado tutto ciò, se vogliamo comportarci con la convinzione che la Chiesa Cattolica, Apostolica Romana esista ancora, dobbiamo cercare di dimenticare tutto quello che sulla Chiesa sapevamo fin da piccoli, dal catechismo ai “punti fermi e irrinunciabili” di Pio IX, o, altrimenti, convincerci che è un’altra Chiesa. Con i Cattolici di una volta Bergoglio sarebbe stato, se non mandato al rogo, espulso dall’ultimo dei seminari e delle parrocchie.

Il guaio, non per me e per il mio modo di ragionare, ma anche per qualcuno che di ragionare troppo fa a meno, è che Pio IX era, come tutti i suoi predecessori, infallibile. Anche Papa Francesco è infallibile. Forse (non mi sono mai soffermato sull’argomento) anche il Past Papa Ratzinger è, o, almeno, certamente lo è stato fino a giorno del suo “gran rifiuto”, infallibile. Nessun teologo ha elaborato una teoria sul contrasto della infallibilità. Ma il problema per chi se ne cruccia c’è. Eccome.

Detto questo e senza assolutamente propormi di farne la base di ciò che vado ad affrontare, debbo proprio dire che quanto è avvenuto in questi ultimi tempi, addirittura negli ultimi giorni, sono cose che per la mia assai limitata capacità intellettiva sono incomprensibili quasi quanto il contrasto delle infallibilità. La cronaca è la storia vista dai miopi. Ma talvolta sembra il contrario. Pensate un po’: i Cattolici, o almeno una parte consistente e non sprovvista di mezzi di essi, organizza a Verona un Congresso in difesa della famiglia tipo, storico argomento del Cattolicesimo più pugnace. Sentivo cantare nelle processioni quando ero bambino un inno che, poi, a pensarci era un cumulo di baggianate ma era uno di quelli più “di moda”. “Noi vogliam Dio, delle famiglia… vivo è presente sugli Altari…”. Che Iddio sia una cosa da “volere” e che si possa ipotizzare la sua specifica appartenenza alle “famiglie” era ed è una solenne sciocchezza. Ma “la difesa della Famiglia” era uno dei pilastri dell’impegno sociale della Chiesa di Roma.

Il Congresso di Verona si è svolto tra contestazioni (che erano quelle che si cercavano) con un certo rilievo sulla stampa. Vuoto di grandi folle e di follie. Qualche problema marginale sulla contestazione in esso implicito del divorzio e della facoltà dell’aborto c’è stato ed è stato sottolineato.

Contemporaneamente, Bergoglio dove va? In Marocco. Paese islamico in cui, tra l’altro, il Sultano ha (se si avvale del diritto che glie ne dà il Corano) non una, ma quattro mogli. Una famiglia un pochetto “allargata”. I giornalisti domandano al Papa che ha da dire del Congresso di Verona. E qui la “novità”. Anziché mandare benedizioni ed affrettarsi, magari, a tornare in Vaticano per ricevere una delegazione dei congressisti, Papa Francesco risponde che lui “delle cose italiane proprio non se ne intende”. Prendete e portate a casa signori organizzatori della “grandiosa manifestazione”. Ed anche uomini politici (pochi) e giornalisti che hanno dato a credere di prenderla sul serio.

Ma un Papa, per quanto un po’ discutibile, che di un “grande” Congresso sulla Famiglia ha da dire solo e con una certa insofferenza che “di cose italiane non se ne intende” è un passo molto più in là della messa nel dimenticatoio del “Sillabo” di Pio IX. L’impressione è che con quel rachitico Congresso una parte della Chiesa Cattolica abbia voluto gettare un bastone tra le ruote alla corsa di Bergoglio verso quello che, ogni giorno più chiaramente, appare l’obiettivo del suo pontificato. Papa Bergoglio sta combattendo una sua, per quanto particolare, campagna elettorale. Mi pare chiaro che il suo obiettivo sia una sorta di presidenza cattolica di una specie di federazione di movimenti religioso-populisti. Più populisti che religiosi. Non dirò, perché non mi piace offendere il prossimo e tanto meno il Papa che non mi ha mai fatto niente di male, che Francesco sia un Papa “5 Stelle”. Ben altro, ovviamente. Anche se attorno non gli mancano svariati Toninelli. Questa affermazione apparirà supponente e fanfarona. Può darsi. Chi vivrà vedrà.

Intanto si attende un discorso che, pare, Francesco pronunzierà ad una delegazione di omosessuali che gli andrà a rendere omaggio. Non è uno scherzo. E non è nemmeno da escludere che il discorso sarà più accettabile di tante altre cavolate che solennemente si pronunziano sull’argomento. Certo è, e così torno sull’argomento, che se in altri tempi, quelli di Pio IX, di Leone XIII, di Pio X, qualcuno avesse osato pubblicare una notizia simile su un giornale anticlericale, ci sarebbe scappato un sequestro. Di tutta questa storia la cosa che più mi preoccupa è questa sempre più evidente volontà dell’attuale Pontefice di fare il Presidente di una sorta di Onu della Religione in chiave populista (o del populismo in chiave religiosa). Lascio ad altri, che vorranno smentirmi, il compito di approfondire, comunque, la questione. Ché, fondato o infondato, l’impegno straordinario in proposito del Papa, c’è. Chi potrà, si diverta.


di Mauro Mellini