Tutto questo è noia

Volete un consiglio? Non leggete i giornali e non vi cibate di telegiornali. Ultimamente è diventata una noia pazzesca, una contabilità dei morti mischiata ad un elenco dei flirt veri o presunti di Fabrizio Corona. La notizia che più di ogni altra balza agli onori delle cronache è che Paolo Brosio attacca Grecia Colmenares perché sull’Isola dei famosi caga ovunque.

La cronaca politica è invece diventata di una banalità senza precedenti (molto meglio la Colmenares con le sue incontinenze): persino le firme più alte e nobili del giornalismo si sforzano quotidianamente per trovare un argomento a cui attaccarsi, uno spunto per dare chiavi di lettura intelligenti. In realtà ci riescono poco e male vista la completa assenza di un dibattito pubblico degno di questo nome. Ciò anche perché il dibattito degno dovremmo aspettarcelo da arnesi del calibro di “Dibba” o Danilo Toninelli piuttosto che Maurizio Martina o Antonio Tajani.

State ancora leggendo questo inutile pezzo? Siete dei temerari perché anche questo articolo non sfugge alla “maledizione del niente” entro cui si è cacciato questo dannato Paese che ormai vive in un’epoca “post-tutto”. In Italia ormai c’è una post-opposizione che somiglia a una feluca bicorno: da una parte c’è Maurizio Martina – il segretario pro tempore di un Partito Democratico senza argomenti – che guarda i migranti negli occhi e capisce tante cose manco fosse il mago Silvan. E dall’altra parte c’è il Silvio Berlusconi che riscende in campo una volta a settimana ma non sa dove buttarsi e quindi si butta a sinistra: difficile capire le ragioni ma il Cavaliere ormai non si orizzonta più in questa giungla di post schieramenti così maledettamente liquidi e cangianti. Così dannatamente liquidi da indurre il marito di Cécile Kyenge a candidarsi con la Lega e il prestanome di Governo, Giuseppe Conte, a sentirsi in dovere di rassicurare Angela Merkel sul fatto che non ci siano particolari strategie nell’azione di governo grillina: tranquilla Angela, sono degli imbecilli autentici, non stanno simulando, le ha detto in sostanza.

E in questo quadro soporifero, in un quadro cioè in cui chi non è al Governo ha un seguito molto vicino al programma di Adriano Celentano (zero carbonella), c’è una post-maggioranza che, non volendo far calare lo share della soap opera politica, prova disperatamente a fare anche l’opposizione. E allora li vedi che si incazzano sul nulla sapendo già di essere condannati a stare insieme e a continuare negli annunci: se non stessero facendo finta di essere vivi non si spiegherebbe come un normodotato possa infierire contro la croce rossa alias Danilo Toninelli o come un post-elettorato possa infervorarsi di fronte al qualunquismo mediocre di uno come Alessandro Di Battista, quello che predica onestà ma non si è accorto di avere qualche episodio di scorrettezza contributiva nel tinello di casa sua.

Ma davvero state leggendo ancora questo post-articolo? Allora meritate una speranza: la bella notizia è che Fabio Fazio ha espresso il desiderio di lasciare l’Italia. Che Dio ce la mandi buona.

Aggiornato il 07 febbraio 2019 alle ore 10:49