Il pasticciaccio brutto del reddito di cittadinanza

martedì 8 gennaio 2019


Il popolo pentastellato aspetta con ansia che cada dal cielo la manna dell’atteso decreto legge relativo al varo del chimerico reddito di cittadinanza. E per come si sta realizzando la misura, la più pasticciata della storia repubblicana, anche gli irriducibili entusiasti del cambiamento grillino dovranno convenire sul fatto che il provvedimento bandiera del Movimento 5 Stelle rappresenta una colossale presa per fondelli, così come ci sforziamo di ripetere da tempo. Lo è per due fondamentali ragioni di ordine strutturale: a) l’Italia è già da tempo economicamente affogata di sussidi di ogni tipo, destinati soprattutto al Sud; b) tutto questo concorre a mantenere in piedi un colossale, seppur quanto mai iniquo, sistema di welfare il quale rappresenta una quota rilevante di una spesa pubblica eccessiva per un Paese afflitto da alto debito e da tassi di crescita e di produttività stagnanti da molto tempo.

Ora, dato che non possiamo permetterci rischi eccessivi dal lato del rifinanziamento del medesimo debito sovrano, che per la cronaca ogni anno ammonta a circa 400 miliardi di euro, l’idea di sostenere il reddito di cittadinanza aumentando a manetta il disavanzo dello Stato, così come promettevano di fare i geni della lampada al potere prima della estenuante trattativa con l’Europa, non è mai stata una opzione praticabile, né in campagna elettorale e né una volta messo in piedi l’attuale Governo.

Dunque, i tanto decantati 780 euro, che nel caso dei nuclei familiari più bisognosi si sarebbero più che raddoppiati, erano e restano una balla gigantesca, insieme all’abolizione della povertà, all’istituzione di migliaia di taumaturghi del lavoro chiamati navigatori ed altre pericolose sciocchezze propalate dal vicepremier Luigi Di Maio e soci. In realtà, così come i milioni di cittadini in attesa potranno presto sperimentare, i quattrini ricavati dal sempre più precario bilancio pubblico sono dannatamente insufficienti per tutti. E dunque, oltre ad essere decisamente ridotta, la platea degli eventuali beneficiari di codesta ennesima mancia elettorale si dovrà accontentare di cifre in gran parte simboliche.

D’altro canto, checché ne dicano i cantori della redistribuzione Über alles, aumentare ulteriormente i trasferimenti concessi a fondo perduto ai singoli e alle famiglie non è più sostenibile dall’economia italiana la quale, proprio a causa dei fardelli finanziari del passato più o meno recente, appare sempre ad un passo del collasso. Collasso che un aumento incontrollato dello spread, rimasto sempre ben sopra il livello di guardia, potrebbe rapidamente innescare.

Di conseguenza, il pasticciaccio brutto del reddito di cittadinanza è destinato ad ottenere un duplice effetto negativo, scontentando da un lato la massa di creduloni che ha prestato fede alle folli promesse dei grillini e dall’altro lato i mercati, messi comunque in allarme da una misura che va nella direzione opposta rispetto ad una politica che miri alla sostenibilità complessiva del sistema finanziario italiano.


di Claudio Romiti