Cinismo elettorale

Per quanto scontata fosse, la decisione del Governo giallo-verde di tirare dritto sulla manovra economica, infischiandosene altamente dei richiami europei, non può che creare sconcerto e preoccupazione nelle persone più avvertite e lungimiranti di questo disgraziatissimo Paese.

In merito ai prevedibili esiti di un così spudorato azzardo politico, come si evince dalle analisi dei principali osservatori economici italiani ed esteri, non possiamo che aspettarci nulla di buono. In questo senso il Fondo Monetario Internazionale, dopo il no apposto per iscritto dal ministro Giovanni Tria alla stessa Europa in merito alla ferma richiesta di modificare la Legge di Bilancio, ha sottolineato “che le misure espansive che cercano di accelerare la crescita nel breve, potrebbero portare l’Italia alla recessione in un contesto di aumento dei costi di finanziamento”.

Aumento che, per la cronaca, è già drammaticamente tangibile con uno spread oramai stabile ben oltre i 300 punti e proiettato verso la quota di non ritorno di 400. Tutto questo poi, nella sempre più concreta prospettiva di un rallentamento generale del ciclo economico (ricordo a tale proposito che la Germania ha chiuso il terzo trimestre 2018 con un Pil negativo dello 0,2 per cento), pone l’Italia in una condizione di fragilissimo vaso di coccio, destinato a frantumarsi al primo alito di recessione globale.

Ma allora, si chiederà qualche sostenitore dei partiti sovranisti in preda ad un rigurgito di lucidità, se così stanno le cose, se il rischio di andarci a sfracellare contro il muro di cemento armato di una plausibile esplosione dei tassi appare tanto evidente, per quale arcano motivo la maggioranza pentaleghista è così compatta sulla sua intransigente linea di lasciare immutata una manovra che fa acqua da tutte le parti? La risposta è molto semplice. Trattasi di puro cinismo elettorale.

In sostanza, così come nel nostro piccolo ci sforziamo di ripetere da tempo, a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio interessa essenzialmente riuscire a raggiungere più o meno indenni la scadenza di fine maggio 2019 delle elezioni europee, per potersi poi spendere il dividendo di una presunta resistenza ad oltranza opposta ai “perfidi” burocrati di Bruxelles. Ed è solo ed esclusivamente per vincere questa scommessa che la Lega e il Movimento 5 Stelle stanno mettendo a repentaglio la stabilità economica e finanziaria del Paese e il suo intero risparmio nazionale. Tutto il resto sono solo chiacchiere, slogan e propaganda.

Aggiornato il 16 novembre 2018 alle ore 10:50