Un guizzo di fantasia

La situazione politica italiana ed europea può trovare il favore di un vento corsaro soltanto se ci sarà il coraggio di un guizzo della fantasia.

Restare a guardare non serve. Tantomeno può essere d’aiuto restare ancorati ad architetture politiche e dentro alleanze che favoriscono i sovranisti, i nazionalismi antieuropei, le derive dei dilettanti allo sbaraglio. Ci vorrebbe la forza di una visione politica coraggiosa, ampia, liberale, non rinunciataria, non semplicemente attendista, in grado di provocare prospettive nuove oppure di recuperare il sogno degli Stati Uniti d’Europa per una federazione europeo sul modello di quella descritta da Luigi Einaudi, da Alcide De Gasperi, da Altiero Spinelli, da Ernesto Rossi, dai federalisti europei. Certo, alla base di una tale prospettiva vi è la rivoluzione corsara, cioè la rivoluzione liberale e libertaria che supporta, con il proprio pensiero e la propria cultura, l’agire politico.

I Corsari della libertà sono tutti coloro che non si sono appiattiti sui vecchi schemi delle stanche posizioni partitiche e nemmeno si sono fatti trascinare dall’alleanza spuria tra Lega e Movimento 5 Stelle. Qualcuno, forse, spera che la Lega stacchi la spina, ma non è escluso che – alla fine- che a staccarla siano i pentastellati. Presto o tardi. Ma non può essere questo l’investimento liberale sul futuro. Abbiamo la necessità d’inventare una giocata che spiazzi l’avversario e che non sia la facile, quanto inutile, ricerca di alleanze tra Pd e Forza Italia. Per carità! Anche perché sarebbe la più stantia delle soluzioni che oggi si possano immaginare.

È triste vedere Forza Italia in una posizione quasi rinunciataria rispetto all’esistente, costretta in un angolo, con un atteggiamento modesto e non umile, in una posizione di sudditanza rispetto a Matteo Salvini e incapace di quel guizzo della fantasia che potrebbe stravolgere le sorti della politica italiana ed europea senza scagliarsi contro l’alleato sovranista, ma dando volto e spazio e parola all’idea corsara del futuro. Così da puntare sulla proposta, sull’innovazione degli assetti politici, sul “per” invece che sul contro.

Insomma, è necessario immaginare e proporre la visione di una società della conoscenza e dell’amore. Forza Italia non può attendere che la Lega torni a casa, ma deve prendere l’iniziativa, stravolgere gli schemi, creare armonia, dare voce ai Corsari (che sono l’opposto dei Pirati che, tra l’altro, oggi sono al governo). Servono persone di qualità. In altre parole, è necessario immettere nella politica di tutti i giorni idee e persone libere, preparate, colte, coraggiose, vere, sincere, liberali per cultura e per filosofia di vita. Insomma, i Corsari della libertà. Per scardinare queste derive illiberali e reazionarie che hanno preso il sopravvento. Tanto, sono soltanto dei distruttori. Invece, come Silvio Berlusconi insegna, oggi sono necessari i costruttori: dell’Europa federale, delle istituzioni liberali, della scuola corsara.

La creazione delle architetture “teoriche”, che costituiscono la conoscenza, per me, è l’effetto dell’applicazione dell’intelligenza alla realtà e ai problemi che nascono dalla nostra interazione con la realtà. Serve un guizzo della fantasia. Bisogna saper essere creativi perché è anche prodotto dell’intelligenza riuscire ad immaginare il nuovo possibile e applicare le conoscenze appropriate nel contesto appropriato. In modo tale che la realtà si trasformi in una condizione “migliore” (il concetto di “migliore” implica l’assunto dell’obiettivo, del ben-essere, del vivere meglio). È per questo motivo che propongo ad Antonio Tajani di fare un seminario sulla tema della forma-partito. Ma mi rendo conto delle priorità di oggi. Certo, ci sono altre esigenze, altre priorità. Ovvio.

La discussione tra “teorici” e “pratici”, però, va superata perché rischierebbe davvero un’inutile deriva finendo con il ridursi nella polemica sterile tra coloro che danno priorità all’aspetto che, in altri miei articoli su “L’Opinione”, ho definito “pragmatico”, dovuto all’urgenza di modifica della realtà esterna e, quindi, la selezione delle cose concrete da “fare”. Evitiamo di contrapporre il fare all’essere o la pratica alla teoria. Spesso si è preferito dare forza al pragmatismo rispetto a coloro che, invece, privilegiano l’altra fase, cioè quella teorica, di produzione della conoscenza di base con metodo liberale. In modo da acquisire consapevolezza. Ecco perché propongo un seminario di studio e dialogo. Perché ogni agire necessita di un pensiero costruttore. Grazie.

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Aggiornato il 19 settembre 2018 alle ore 10:54