Governo: ora e per sempre resistenza! O No?

Certo, chi sbaglia paga, come si dice. Chi sbaglia paga, ma, in politica, i danni sono più degli altri che suoi. Diciamocelo, anche e soprattutto nel giorno che nasce il nuovo governo Salvini-Di Maio. Nasce, tra l’altro, in virtù, pardon nell’obbligo costituzionale di un Quirinale che, volenti o nolenti quelli del duo, è l’unico titolato a dare l’incarico a chi comanderà da Palazzo Chigi. Ancorchè sia uno sconosciuto, più o meno illustre.

Fin da oggi e da prima, le ostilità al nuovo esecutivo non sono di poco conto e lo saranno in futuro giacchè una parola d’ordine sembra tornare di moda e riguarda la resistenza (di oggi) per di più ora e sempre. Cui è molto probabile si aggiungerà fra i resistenti, se non tutto il Cav, di certo molti dei suoi amici di partito. Anche se la parola partito appare quanto mai in declino come, del resto, la sua fonte, vale a dire la politica.

Ma, si dice, la gente ha votato e c’è chi ha vinto e chi ha perso, benchè a rigor di logica (politica) la vittoria del 4 marzo era di una coalizione ma poi è andata come è andata. Resta comunque da capire, sic stantibuis rebus contrattuali, e per fare un esempio fra i tanti, che rapporti abbiano le proposte odierne sulla giustizia (ma non solo) con il pensiero liberale e garantista di Forza Italia.

Il fatto economico di questi giorni ha una parola non meno cogente delle due sopra citate e - benchè in inglese come spread - accende speranze o, come sta accadendo, preoccupazioni se è vero come è vero che si sono persi, in questi giorni, cifre che vanno oltre i venti miliardi. Capita.

Capita e capiterà, secondo parecchi osservatori, man mano che il contratto sarà messo in opera toccando le corde sensibilissime dell’apparato cosiddetto finanziario che, volenti o nolenti, è magna pars dell’economia.

C’è da aggiungere che, se da un lato i nemici più virulenti anti Lega e anti M5S invocano lo slogan resistenziale, altri sono giunti alla conclusione che non molte delle proposte contrattuali saranno mese in opera con la motivazione, peraltro non infondata, che molti dei punti da realizzare rimangono troppo nel vago, non sono all’interno di una coerenza necessaria, non posseggono, in altri termini, quell’obbligo della corrispondenza fra spese e risorse (flat tax, Fornero, reddito di cittadinanza ecc) che fino ad oggi non appare molto ossequiato dai due contraenti, e l’esempio dell’uscita dimaiana per lo stop all’alta velocità e ai suoi impegni internazionali la dice lunga sul resto che verrà. E non conta molto rifarsi contro l’Euro e contro l’Europa, che pure necessitano di miglioramenti effettivi, giacchè le responsabilità-colpe sono in larga misura riferibili al nostro paese (burocrazia e disoccupazione giovanile) qualsiasi ne sia il governo e a maggior ragione quello nato or ora detto anche del nuovo che avanza contro il vecchio che resiste.

Quantunque ci si lasci aggiungere che  raramente ai tempi del vecchio che resiste - che per i grillini assommano a un trentennio - la messa in piedi di un esecutivo ha richiesto non solo quasi tre mesi, ma, soprattutto un succedersi, in rincorrersi, un celarsi agli altri che mai ci saremmo aspettati dal nuovo, anzi nuovissimo, che avanza sull’onda di un successo pentastellato al di là di ogni previsione.

Autorevolmente è stato notato che il problema di fondo, sia per Berlusconi che per Renzi è la legge elettorale proporzionale in atto dopo la sconfitta renziana referendaria che, mutatis mutandis, toccò al Craxi perdente nel referendum sulla preferenza unica, due sconfitte che hanno inciso negativamente sull’uno e sull’altro, Historia docet, come si dice. Ma, come sempre, il problema vero è politico e riguardante soprattutto la volontà e la progettualità di chi la fa e vuole continuare nel ruolo di rappresentanza cui il popolo italiano li ha votati e li voterà

Per ora sulla nostra scena politica è stata messa in onda la partita del diavolo con l’acqua santa (cfr Diaconale) e si è comunque aperta una contesa fra Salvini e Di Maio e non sappiamo chi vincerà o perderà. Ma sappiamo che se il gioco provocherà danni al paese, questo saprà bene identificarne i due colpevoli. Intanto, l’ora e sempre resistenza sarà lo slogan dei due leader, non contro ma per il governo. E per restarci il più a lungo. Forse…

 

Aggiornato il 21 maggio 2018 alle ore 19:19