La balla del vorrei ma non posso di Salvini

lunedì 16 aprile 2018


In merito a un’alleanza di Governo Lega/Movimento5 Stelle, la maggior parte degli osservatori nazionali sembrano concordi su un molto presunto “vorrei ma non posso” di Matteo Salvini. In questa interpretazione il leader del Carroccio sarebbe una sorta di ostaggio di Silvio Berlusconi, il quale lo terrebbe letteralmente sotto scacco impedendogli di aderire alle sempre più stringenti proposte di Luigi Di Maio. Un di Maio abbastanza disperato che è arrivato a offrire a Salvini, dopo un quasi totale cedimento dal lato dei programmi, due ministeri chiave come l’Economia e l’Interno.

Ma, al di là di qualsiasi preambolo squisitamente politico, siamo veramente sicuri che il successore di Umberto Bossi e Roberto Maroni abbia in animo di formare un Esecutivo con i pentastellati? Io non penso affatto. Non ritengo che Salvini sia tanto sprovveduto da aderire a un progetto di Governo con scarsissime prospettive di durata, con un ruolo subalterno nei riguardi del suo alleato e fornendo a quest’ultimo, una volta giunti al capolinea, un comodo capro espiatorio a cui addossare il fallimento annunciato del miracolistico cambiamento portato avanti a chiacchiere dai grillini.

Salvini non sarà un genio, tuttavia egli non può ignorare che chiunque sia prossimamente chiamato a guidare il Paese dovrà farlo nell’ambito di uno scenario interno e internazionale a dir poco problematico, in cui vi sarà ben poco spazio per le balle spaziali raccontate in campagna elettorale. Il sentiero molto stretto che, tanto in economia che in politica estera, attende il futuro Governo sembra escludere qualsiasi fuga in avanti, scoraggiando sul nascere la possibilità di formare alleanze farlocche fondate su intese programmatiche che non potranno realizzare nulla di quanto è stato prospettato in campagna elettorale.

In questo senso, non è certamente Silvio Berlusconi il vero ostacolo che impedisce a Salvini di formare un Governo con Di Maio, bensì la semplice e dura realtà delle cose, il resto sono solo chiacchiere e propaganda.


di Claudio Romiti