La logica elementare del Pd renziano

martedì 3 aprile 2018


Il geroglifico delle prossime, molto eventuali alleanze di governo sembra non interessare affatto alla componente renziana, ancora maggioritaria, del Partito Democratico. Ma ciò sta causando parecchi mal di pancia nell’area politica e culturale dello stesso Pd. In questo senso mi è sembrata particolarmente significativa la dura reprimenda che Massimo Cacciari, ospite di Lilli Gruber, ha recentemente espresso nei riguardi della linea di opposizione senza sconti incarnata da Matteo Renzi.

Per il professore veneziano, infatti, pur giudicando indecente la campagna elettorale di chi ha vinto le elezioni promettendo la luna e quant’altro, il Pd avrebbe la grande occasione di una quasi immediata rivincita, raggiungendo un accordo politico con il Movimento 5 Stelle. In tal modo, ragiona Cacciari, l’elettorato potrebbe premiare il senso di responsabilità di chi, pur proclamando di trovarsi agli antipodi programmatici rispetto ai grillini, riuscisse nel contempo a far nascere un nuovo Esecutivo pentastellato e a condizionarne in qualche modo l’azione politica.

Ora, a tutta prima mi risulta difficile ritenere che lo stesso elettorato, il quale come correttamente sostiene l’ex sindaco di Venezia si è fatto intortare da proposte a dir poco inverosimili, sia oggi talmente rinsavito da comprendere la sua molto discutibile scelta strategica. Ma non basta. Dal momento che contribuire a rendere applicabili le tesi surreali di Luigi Di Maio e soci significherebbe praticamente azzerarne il programma, dubito che in tal senso un appoggio esterno del Pd, così come invoca Cacciari, risulterebbe minimamente efficace.

In realtà, in questa molto teorica prospettiva di governo, il Partito Democratico, ossia lo storico e principale bersaglio politico dei grillini, verrebbe utilizzato da questi ultimi come formidabile capro espiatorio per giustificare l’inevitabile quanto repentino fallimento delle loro strampalate proposte. E non credo che Renzi & company, dopo aver favorito la vittoria del M5S con una serie ininterrotta di mosse sbagliate, vogliano continuare a far la parte degli agnelli sacrificali all’interno di un sistema politico confuso e confusionario, così come confusa e confusionaria è la società da cui esso emana.

E se c’è una cosa che può aiutare la nostra democrazia di Pulcinella a fare i conti con la realtà prima che quest’ultima, la realtà, ci presenti un conto troppo salato, questa è senz’altro una seria e responsabile opposizione basata sulla inesorabile concretezza dei fatti e dei numeri. A meno che, ma questa mi sembra allo stato una ipotesi piuttosto remota, il Partito Democratico, in concorso con altre forze in questo caso realmente responsabili, decidano di far governare i grillini con una sorta di sfiducia costruttiva, utilizzando eventualmente lo strumento dell’astensione.

In questo caso, dichiarando preventivamente di non voler influire in nulla sulle scelte di un eventuale Esecutivo di minoranza, il vero obiettivo sarebbe quello di riportare il Paese sulla strada della ragionevolezza, dopo aver potuto sperimentare la catastrofica politica degli “onesti” a tutto tondo. Ovviamente si tratterebbe di tutta un’altra storia rispetto a quanto auspicato dai malpancisti alla Cacciari.


di Claudio Romiti