Una rinnovata legge elettorale per Lega e M5S

Qualche giorno fa su queste colonne (“La democrazia cristiana di Luigi Di Maio”) ho scritto che non ci sono i presupposti politici per una maggioranza di governo M5S+Lega.

Confermo l’assunto, con una precisazione. Pur non avendo fondamento politico, questo tipo di maggioranza potrebbe trovare alcune motivazioni sul piano strategico, dando vita a un Governo col fiato corto, cioè di durata limitata e per fini enumerati, quelli che consentono di rivotare quanto prima con un nuovo sistema elettorale. Da dove traggo queste poche e velleitarie argomentazioni? Vado con ordine:

1) La crisi del Partito Democratico e di Forza Italia, apparentemente inarrestabile, attesta che i partiti eredi del socialismo e del liberalismo non sembrano più in grado d’interpretare, soprattutto in Italia, le ansie dell’Era globale.

2) L’ideale europeo, per incapacità dei suoi uomini e delle sue istituzioni, non appare idoneo a prendere il posto della Nazione.

3) La dimostrata incapacità dei partiti storici di affrancarsi dalle giungle corporative, sindacali, lobbiste, burocratiche, incoraggia la loro esclusione, perché la loro semplice rigenerazione non basta.

4) I leader dei partiti tradizionali non sembrano più in grado di appassionare il cuore degli elettori (Matteo Renzi, Silvio Berlusconi). Se l’esito del 4 marzo si regge su questi umori degli elettori italiani, il riscatto non può che venire dal nuovo: Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che aspirano, entrambi, individualmente, cioè da soli, a egemonizzare i due poli del rinnovato sistema politico italiano. Eccessiva ambizione? Sicuramente. In ogni caso devono poter contare su un sistema elettorale diverso o parzialmente rinnovato.

Il Rosatellum era pensato per arginare Lega e M5S. Il nuovo (o rinnovato) sistema dimaio-salvinista potrebbe puntare a marginalizzare Pd e Forza Italia. In che modo? Intanto passando attraverso l’intestazione ai vincenti delle presidenze dei due rami del Parlamento. Poi, caldeggiando l’adozione di un sistema elettorale bi-polare (bi-partito?), con l’introduzione di un piccolo premio di maggioranza che, nella prospettiva di monopolizzazione dei poli, potrebbe favorire Lega e M5S.

Lega e M5S hanno un imminente obiettivo comune: consolidare la propria egemonia, ai danni di Berlusconi e del Pd. L’obiettivo è a portata di mano, se riescono a configurare, sulla base di un accordo blindato, un meccanismo adeguato di tramutazione dei voti in seggi.

Motivati essenzialmente da questo preminente obiettivo, Lega e M5S potrebbero anche accettare l’eventualità della formazione di un governo “non politico”, voluto da Sergio Mattarella, istituzionale, tecnico o di tutti, guidato da una personalità non politica. La sua precarietà (brevità) sarebbe appesa però alla maggioranza parlamentare lega-stellata o stella-legata, che sosterrà il Parlamento e la legislatura soltanto fino al conseguimento dell’obiettivo strategico elettorale. La presidenza della Camera a Di Maio e quella del Senato a Salvini sono il primo riscontro di queste ipotizzate previsioni. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo Forza Italia e il Partito Democratico che, ovviamente, non staranno lì a guardare.

Aggiornato il 17 marzo 2018 alle ore 08:28