Grillo e il M5S

Molto probabilmente conosceremo all’indomani delle elezioni politiche del 4 marzo le reali intenzioni di Beppe Grillo in merito alle sue scelte nei confronti del Movimento 5 Stelle.

In questa fase elettoralmente molto fluida, in cui atti comportamenti individuali risultano ovviamente schermati da ragioni legate al consenso, non è possibile decifrare i veri motivi che hanno spinto il comico genovese a prendere decisamente le distanze dalla sua creatura politica, aprendo addirittura un nuovo sito internet privo di alcun riferimento con il suo vecchio blog pentastellato. Tuttavia, la qual cosa forse dovrebbe spingere a una certa cautela chi già ritiene compiuto il divorzio tra Grillo e suoi adepti, sulla copertina della sua nuova pagina virtuale è infatti ben visibile in alto il link di collegamento con il “Blog delle Stelle”, nonché quello con la piattaforma Rousseau, in cui è possibile iscriversi on-line allo stesso Movimento 5 Stelle.

Dunque, come viene teorizzato in un recente articolo pubblicato sul giornale economico Wall Street Italia, è possibile che Grillo si defili tatticamente per aumentare le chance di vittoria del M5S? Se così fosse, come sopra accennato, lo sapremo con certezza solo il 5 marzo prossimo. Resta tuttavia un elemento politico abbastanza evidente in tale questione; un elemento che spinge a porsi la seguente domanda: un eventuale M5S orfano di Beppe Grillo riuscirebbe a stare sulle proprie gambe, consolidando il grande consenso guadagnato in questi ultimi anni?

Personalmente sono molto scettico al riguardo, soprattutto considerando le ragioni profonde che hanno consentito allo stesso uomo di spettacolo di costruire una forza politica di successo praticamente dal nulla. Una forza politica di rottura che ha beneficiato di un coacervo di condizioni socio-politiche, alimentate da una crisi mondiale senza precedenti, le quali hanno consentito di canalizzare il rancore e la rabbia popolare per mezzo della figura carismatica di un comico altrettanto di rottura.

Ora, che un signorino soddisfatto come Luigi Di Maio, attuale capo politico dei pentastellati, possa mantenere il collegamento con la pancia più profonda del Paese, allo stesso modo di Beppe Grillo, mi sembra una cosa assolutamente improponibile.

Inoltre, data l’estrema inconsistenza politica e programmatica dei suoi presunti eredi, neppure una decisa svolta governista consentirebbe a questi ultimi di conservare l’attuale consenso senza la forza trainante del suo co-fondatore. Privi di un reale radicamento sul territorio e senza una parvenza di tradizione politica a cui fare riferimento, i grillini senza Grillo resterebbero una pura contraddizione in termini condannata a una rapida estinzione.

Aggiornato il 30 gennaio 2018 alle ore 08:13