Gentiloni e il colonialismo non dichiarato

Paolo Gentiloni è stato fin troppo chiaro nell’illustrare all’Assemblea delle Nazioni Unite la posizione dell’Italia sull’immigrazione contraria ai muri e favorevole a un maggior impiego dell’Onu in Libia e nei Paesi da dove partono i flussi dei profughi. Ma il Presidente del Consiglio è stato fin troppo elusivo nel non rilevare come una presenza delle Nazioni Unite in quelle parti dell’Africa in cui le istituzioni tribali hanno avuto la meglio su quelle statuali non è neppure ipotizzabile senza una adeguata copertura militare.

In Paesi stabili e provvisti di un Esecutivo forte e autorevole i campi di accoglienza dei profughi messi in piedi dall’Onu e dalle organizzazioni umanitarie private potrebbero essere protetti dalle autorità dello Stato disposto ad accogliere, magari dietro compenso internazionale, i migranti. Ma realizzare strutture destinate ad accogliere i profughi senza la garanzia di una qualche difesa sarebbe non solo inutile ma addirittura folle visto che incentiverebbe i ricatti e le violenze dei trafficanti di uomini e dei gruppi terroristici in cerca di facili finanziamenti.

L’Onu in Africa per svolgere il compito che la Turchia compie sul proprio territorio, quindi, non avrebbe bisogno solo di sostegno economico ma soprattutto di garanzie e di supporto militare. Ma se anche questo ruolo venisse svolto da tutte di Paesi non occidentali, come spesso è avvenuto in alcune aree dell’Africa, chi potrebbe impedire ai gruppi tribali e terroristici del luogo di proclamare la guerra di liberazione contro i nuovi colonialisti?

Gentiloni, da buon cattolico politicamente corretto, si è guardato bene dallo spiegare all’Assemblea delle Nazioni Unite che ogni tipo di intervento straniero in Africa assume l’aspetto del colonialismo di ritorno. Soprattutto se segnato (e non è possibile altrimenti) dall’uso delle armi.

Sarà solidale quanto si vuole, ma sempre di colonialismo si tratta. E forse è arrivato il momento di uscire dall’ipocrisia e incominciare a spiegare all’opinione pubblica occidentale che se si vuole aiutare i profughi a casa loro si deve ritornare al colonialismo. E non avere paura di difenderlo in nome di una civiltà più evoluta delle altre!

Aggiornato il 22 settembre 2017 alle ore 18:32