Il recupero del Cavaliere

La competizione tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini non penalizza ma arricchisce il centrodestra. Quella tra Matteo Renzi e Giuliano Pisapia penalizza la sinistra. E la competizione interna tra Luigi Di Maio e i suoi avversari interni che tramano contro il “prescelto” da Beppe Grillo e Davide Casaleggio pesa come un macigno sulle ambizioni dei Cinque Stelle.

La ragione di questa apparente contraddizione tra una competizione che favorisce il centrodestra e le competizioni che danneggiano la sinistra e i grillini dipende esclusivamente dal panorama del corpo elettorale. Berlusconi e Salvini hanno elettori da recuperare nella sacca dell’astensione e in quella di chi si è fatto attrarre dal movimento di Grillo. Renzi e Pisapia non hanno nulla da recuperare, ma debbono contendersi i voti presenti in un’area di sinistra non in espansione ma in regresso. Il Movimento Cinque Stelle, infine, non solo non ha il problema di allargare un elettorato che ha raggiunto la sua dimensione massima, ma deve preoccuparsi di conservare i voti conseguiti su cui incomincia ad incidere la sfiducia e la delusione per l’incapacità dimostrata dagli amministratori grillini a Roma, a Torino e a Livorno.

A stabilire l’utilità o l’inutilità della competizione tra leader e partiti, quindi, è la possibilità o l’impossibilità del recupero dell’elettorato. Per chi non ha nulla da recuperare la competizione è penalizzante. Per chi ha margini di recupero, viceversa, la competizione è premiante.

In questa luce appare evidente come nel cosiddetto “duello” in atto nel centrodestra il più avvantaggiato sia Berlusconi. Salvini può sperare di allargare i propri consensi puntando sulla capacità d’attrazione della Lega nazionale nelle regioni meridionali. Ma il peso del “nordismo” del passato non favorisce questa operazione. Viceversa, il Cavaliere ha spazi più ampi visto che può tentare di riconquistare il consenso non solo degli astenuti per disillusione ma anche degli elettori che avevano creduto nella protesta grillina verificandone la sterilità e quelli che avevano dato credito al “Partito della nazione” di Renzi scoprendone la totale inconsistenza.

Quanti punti può valere il recupero di Berlusconi? Pochi o tanti che siano possono essere quelli decisivi per la stabilità della prossima legislatura!

Aggiornato il 20 settembre 2017 alle ore 22:22