L’inciucio e la Troika

Non c’è bisogno di ricorrere alle arti divinatorie per prevedere che non ci sarà nessuna nuova legge elettorale e che a rendere omogenei i sistemi di voto per Camera e Senato ci penseranno o un decreto legge o una nuova pronuncia della Corte costituzionale. Dopo la rinuncia del Partito Democratico a cercare di far approvare lo Ius soli nello scorcio finale della legislatura, appare del tutto evidente che l’attuale Parlamento ha esaurito completamente il suo compito e non ha altra funzione che approvare la legge di stabilità e chiudere i battenti in vista delle elezioni politiche.

La Camera può anche approvare qualsiasi tipo di legge, come quella sulla propaganda fascista che costituisce un insulto alla libertà d’opinione. Ma neppure uno di questi provvedimenti, fatti solo per consentire al Pd di mostrare le proprie bandiere verso qualche pezzo del proprio elettorato, è in grado di superare lo scoglio rappresentato dal Senato. La maggioranza di governo non c’è più. E se Paolo Gentiloni evita accuratamente di prenderne atto, è solo perché il simulacro di governo esistente ha l’obbligo politico e morale di condurre in porto la legge di stabilità evitando l’esercizio provvisorio e il tracollo economico e finanziario del Paese.

Ma se manca la maggioranza sullo Ius soli come è possibile che si riformi sulla legge finanziaria? La questione non è peregrina. Perché se far saltare la coalizione di governo sulla cittadinanza per gli immigrati sono i centristi, a minacciare di mandare sotto il governo sull’atto finale della legislatura sono gli ex scissionisti del Pd radunati nel movimento di Bersani, Speranza e D’Alema.

Salta, dunque, anche la legge di bilancio? Sulla carta sembrerebbe di sì. L’area che ha scelto di essere il nemico a sinistra del Pd sembra decisa a giocare la sua campagna elettorale su questa vicenda puntando a spiazzare in un colpo solo Gentiloni e il Pd. Di fronte alla minaccia di Mdp di non votare la fiducia sulla stabilità e per scongiurare il fantasma dell’esercizio provvisorio, il Presidente del Consiglio dei ministri, benedetto e sostenuto dal Presidente della Repubblica, potrebbe sollecitare un atto di responsabilità di quella parte dell’opposizione contraria al tanto peggio, tanto meglio. In questo caso la sinistra antagonista (e anche il Movimento Cinque Stelle) potrebbe gridare all’inciucio e impostare tutta la sua campagna elettorale contro il presunto spostamento a destra del Pd.

Il gioco è scoperto. Ma, soprattutto, rischioso. Meglio l’inciucio fasullo che la Troika vera!

Aggiornato il 14 settembre 2017 alle ore 21:58