Il peccato originale ambientale

mercoledì 13 settembre 2017


Non esiste un solo metro di terra italiana che non sia stato calpestato, dissodato, seminato, costruito e sfruttato negli ultimi millenni. È la caratteristica principale del nostro Paese. Che consente ai suoi attuali abitanti di usufruire dell’eredità lasciata loro da generazioni di antenati. Ma che, da qualche tempo a questa parte, viene considerata da un certo tipo di cultura giustizialista, ambientalista e declinista politicamente corretta come una sorta di peccato originale di cui bisogna sentirsi sempre e comunque in colpa senza nutrire alcuna speranza di assoluzione e di redenzione.

Può sembrare bizzarro che l’azione secolare dell’uomo nella penisola appaia ai teorici del pangiustizialismo e della subordinazione dell’uomo alla natura come una sorta di colpa da espiare non con il pentimento ma, possibilmente e preferibilmente, con il carcere. Ma basta leggere i commenti, le invettive e le intemerate di questi teorici, dopo l’ondata di maltempo che ha provocato le vittime di Livorno e i disagi di Roma, per verificare che la loro bizzarria non è apparente ma reale. C’è chi sostiene che la responsabilità delle povere vittime livornesi è di quanti hanno costruito ai primi del Novecento i villini del lungomare e c’è chi non esita sempre e comunque a trasformare ogni evento disastroso nell’occasione per portare a processo non solo qualche amministratore del presente, ma anche e soprattutto quelli del passato e le loro relative generazioni.

Nessuno, ovviamente, può negare che le forsennate speculazioni edilizie del secondo dopoguerra abbiano una parte di responsabilità nei disastri provocati da inondazioni o terremoti. Ma non c’è solo la responsabilità degli speculatori da denunciare. È arrivato il momento di incominciare a denunciare le speculazioni degli speculatori dei disastri, di quelli che predicano l’esistenza del peccato originale ambientale nel nostro Paese e pensano che solo l’arma giudiziaria possa estirparla. Con il loro comportamento nascondono alcune banali verità. Che gli effetti delle speculazioni passate non possono essere eliminate di colpo e che l’unica possibilità di ridurre gli effetti dei disastri naturali passa attraverso una manutenzione accurata del territorio. Quella manutenzione che da anni non viene compiuta e che viene perennemente sottovalutata e nascosta dalle speculazioni dei Savonarola da strapazzo.


di Arturo Diaconale