Deficit spending a 5 Stelle

Il giornale digitale “Linkiesta”, in un articolo firmato da Francesco Cancellato, si chiede, in merito alle prossime elezioni siciliane, se il programma del Movimento Cinque Stelle non l’abbia scritto Checco Zalone. Analizzando infatti il corposo fardello di promesse elettorali con cui i grillini intendono conquistare la patria dell’assistenzialismo italiano, il nostro esprime una critica durissima nei loro confronti, associandoli nei metodi alla vecchia Democrazia Cristiana: “... promettere contemporaneamente il reddito di cittadinanza, e investimenti in personale sanitario e infrastrutture, concorsi pubblici con assunzioni di giovani e prepensionamenti dei dipendenti anziani vuol dire non aver capito nulla delle condizioni in cui è la Sicilia, una Regione che nel 2016 ha approvato il bilancio solo il 19 luglio, dopo che un lungo tira e molla con la Procura della Corte dei Conti, secondo cui il rendiconto era irregolare”.

Una Regione perennemente sull’orlo del baratro che, come sottolinea ancora Cancellato, nel 2015 ha evitato il default, con un passivo di oltre 6 miliardi, solo in virtù di corposi aiuti finanziari concessi dallo Stato centrale.

Ma ora arrivano i “ragazzi meravigliosi” di Beppe Grillo a sistemare le cose. Incuranti delle leggi della fisica, e soprattutto della matematica, questi nuovi campioni della cosiddetta democrazia acquisitiva, quella che per capirci ottiene il consenso con alte dosi di spesa pubblica e di debiti, anche in Sicilia ripropongono il loro modello di assistenzialismo integrale. Da questo punto di vista si può dire che la cultura politica dei grillini, se tale la vogliamo definire, rappresenta una sorta di estremizzazione a tutti i livelli di quel collettivismo strisciante che ha caratterizzato, senza soluzione di continuità, l’evoluzione politica italiana a partire dal boom economico dei primi anni Sessanta. Una lunga fase che, per l’appunto, ha sempre avuto negli aspetti legati all’assistenzialismo pubblico un elemento politico dirimente. In questo senso, i grillini interpretano una diffusa convinzione secondo la quale, presumendo che il potere politico possegga quantità illimitate di risorse da redistribuire, è solo a causa di amministratori disonesti che non si riesce a raggiungere il paradigma marcusiano di una società opulenta in cui tutti possono godere di un reddito adeguato ai loro bisogni, “lavorando” al massimo un paio di ore al giorno.

Ovviamente laddove un simile, dissennato modello è stato in parte raggiunto per ampie fasce di popolazione, come appunto accade in Sicilia da decenni grazie agli enormi trasferimenti che viaggiano sempre da Nord a Sud, il M5S ha buon gioco nel proporre ulteriori camionate di onestissimi pasti gratis. Nel Paese dei balocchi era inevitabile che prima o poi arrivasse un non-partito fondato e diretto da un comico genovese a piantare ovunque copiose quantità di alberi degli zecchini d’oro.

Aggiornato il 10 agosto 2017 alle ore 12:28