Una riforma elettorale buona solo per  “fare ammuina”

Si torna a parlare di legge elettorale. Tema che dovrebbe essere affrontato alla ripresa di settembre, insieme alla legge sullo Ius soli. E che potrebbe essere approvata senza grandi problemi se, come ha detto Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo fossero d’accordo come era sembrato inizialmente sulla riforma chiamata “Tedeschellum”.

Come per lo Ius soli, però, è facile prevedere che l’accordo ampio tra le diverse forze politiche non sarà mai raggiunto, che una nuova legge elettorale non vedrà mai la luce e che si andrà a votare nella primavera del prossimo anno con l’attuale sistema segnato da una minima correzione per conciliare le regole al momento squilibrate dei sistemi di voto per la Camera dei deputati e per il Senato.

Ma se la sorte della legge elettorale è quella di finire rinviata a data da destinarsi come quella dello Ius soli, perché mai il tema viene rilanciato nel bel mezzo dell’estate come se fosse scontato che nei prossimi sei mesi si potrebbe raggiungere quel risultato che non è stato conseguito nei cinque anni dell’attuale legislatura?

La risposta è semplice. Se la questione dello Ius soli è diventata un tema da campagna elettorale, caro a chi potrà gloriarsi di averlo sollevato scontrandosi con le resistenze dei neo-razzisti e a chi potrà sbandierare il merito di averla stoppata a dispetto dei suoi irresponsabili sostenitori, per la legge elettorale la ragione è completamente diversa.

Agitare la possibilità di una nuova legge, che per essere diversa da quella attuale dovrebbe essere segnata dal ritorno al maggioritario, serve per cercare di calmare le acque all’interno del Partito Democratico. In particolare per blandire e frenare quelle componenti orlandiane e franceschiniane che, in alternativa alla linea di Renzi attestata sulla difesa del proporzionale e sulla scelta di rinviare il problema delle alleanze al dopo-elezioni, sognano il ritorno al maggioritario per riesumare l’alleanza larga di centrosinistra e cancellare  definitivamente le ambizioni a Premier dello stesso Renzi.

Tutti sanno che la nuova legge elettorale non ci sarà e che sollevare oggi la questione serve solo a tenere buoni i possibili nuovi scissionisti del Pd. Anche questi ultimi ne sono convinti. Ma “fare ammuina” è uno sport nazionale. Altrimenti di che si parla sotto gli ombrelloni della gente di sinistra?

Aggiornato il 21 luglio 2017 alle ore 22:00