La nuova emergenza migratoria: il ritorno a casa degli amici di Alfano

Silvio Berlusconi si riappropria della scena politica. Questione di chimica. Fin dalla data della sua prima discesa in campo il Cavaliere ha creato uno speciale feeling con l’elettorato che, pur avendo conosciuto fasi alterne, non si è mai interrotto. In Forza Italia lo sanno tutti: i voti li prende solo lui. Perché? C’è tanta gente che si fida di Berlusconi, nonostante le vagonate di fango che sinistra e magistratura gli hanno gettato addosso. Non c’è spiegazione razionale a un fenomeno che, a un tempo passionale e sentimentale, resta indissolubilmente legato alla cifra caratteriale del personaggio. Se in campo c’è lui nella vasta area moderata non ci può stare nessun altro. Soprattutto non c’è Matteo Renzi che ha impostato il suo personale “sfondamento a destra” in chiave di mera sostituzione, nell’immaginario collettivo, della figura del giovane vincente a quella del leader vecchio, stanco e sconfitto dalla Storia. Una narrazione che però ha fatto cilecca. Ci hanno provato i transfughi del Partito delle Libertà, separandosi da Forza Italia, a occupare uno spazio che pensavano essersi reso contendibile dopo l’allontanamento dalla scena di un Berlusconi deluso dalla politica. Ma anche questo si è rivelato un calcolo sbagliato. L’errore capitale commesso da tutti costoro, da Renzi ad Alfano, passando per Monti e Verdini, è stato di non tenere nel debito conto la “chimica” del personaggio. Così che l’auspicato “svuotamento” elettorale di Forza Italia non c’è stato. O almeno non è avvenuto nella direzione desiderata. La perdita di consenso causata dal parziale appannamento dell’immagine del leader, non è andata a beneficio dei centristi e men che meno del Pd renziano. Piuttosto, una porzione di elettorato forzista è finita nell’astensionismo mentre un’altra è confluita nei canali della protesta antisistema dei Cinque Stelle e della Lega. Ora però che Berlusconi è tornato a occupare, con Forza Italia, lo spazio proprio della destra liberale e popolare tutti coloro che avevano goduto di un piccolo aggio dal suo temporaneo allontanamento dalla scena sono nel panico. Con un Berlusconi mattatore tra i moderati le formazioni centriste corrono il rischio dell’estinzione. Lo hanno ben compreso i dirigenti di Alternativa Popolare che ora provano manovre di avvicinamento al vecchio leader nella speranza di essere “recuperati” prima che sia troppo tardi. Le cronache danno notizia dell’attivismo del ministro Enrico Costa che starebbe allestendo un volo charter per riportare alla casa madre il maggior numero possibile di alfaniani e verdiniani. E Berlusconi? Il vecchio leone mostra cautela. E fa bene. Spalancare frettolosamente le braccia alla comitiva dei figliol prodighi potrebbe non essere la scelta giusta. Non si tratta di fare gli schizzinosi, anche se qualche disagio lo crea accogliere con un sorriso chi, nel momento del bisogno, ha piantato un pugnale nella schiena del centrodestra e del suo leader. Bisogna essere pragmatici e guardare la realtà.

Il problema principale sta nella composizione del blocco sociale che ha sostenuto Forza Italia dalla sua nascita. Una parte di esso si colloca su posizioni politiche e ideologiche più intransigenti di quelle espresse dalla sua classe dirigente. C’è un sentire di destra vissuto nel quotidiano che, non sempre, ha collimato con la sensibilità dei suoi stessi rappresentanti politici. Ora, un automatico riassorbimento dei “traditori” potrebbe essere interpretato come un cedimento del Cavaliere a fare sponda alla “navetta” degli opportunisti che si spostano da destra a sinistra secondo personali traiettorie che nulla hanno a che fare con la nobiltà dell’ideologia. Berlusconi ha negato questa possibilità ma deve riconoscere che, visti i precedenti, una dose di diffidenza da parte degli elettori sia giustificabile. Quindi, la domanda è: cosa conviene? Si può rischiare che per recuperare due al centro se ne perdano dieci della propria base? Non è un caso se l’alleato scomodo, Matteo Salvini, pronto a piantare grane su tutto, proprio su questa vicenda taccia. La Lega punterebbe a ricavarne un utile di bottega da un eventuale invischiamento di Berlusconi nella fangosa trama del recupero dei centristi. Lo stesso dicasi per i Cinque Stelle. Oggi Forza Italia è impegnata, con buone possibilità di successo, a riportare a casa quella parte di elettorato che si era spostata sul movimento di Grillo. Un’apertura eccessiva ai transfughi potrebbe non essere compresa e quel flusso di ritorno potrebbe arrestarsi con grande gioia dei vertici pentastellati in caduta libera.

Un consiglio non richiesto: il Cavaliere tenga a bada il suo istinto di tombeur de femmes e, come Ulisse con le Sirene, metta i tappi alle orecchie quando dalla sponda centrista gli strimpellano serenate d’amore.

Aggiornato il 18 luglio 2017 alle ore 20:40