Gentiloni affonda lo Ius soli, alleluia

martedì 18 luglio 2017


Sullo Ius soli scampato pericolo. Il Governo getta la spugna rinunciando alla prova di forza del voto parlamentare per imporre qualcosa che la maggioranza del Paese non vuole. È una notizia di cui rallegrarsi. Ma perché il disegno di legge è affondato? Probabilmente ha ragione chi vede, in controluce, la scelta di Paolo Gentiloni come l’ennesimo episodio della “guerra dei Roses” che si è scatenata all’interno della sinistra dopo la catastrofica sconfitta referendaria dello scorso 4 dicembre.

Matteo Renzi ha provato a sgambettare il Governo nella malcelata speranza che un voto di fiducia posto su un provvedimento così fortemente divisivo potesse decretare la fine prematura della legislatura con conseguente ricorso anticipato alle urne autunnali. Tuttavia, troppo azzardata la manovra perché andasse a buon fine. Perciò Renzi è stato costretto a un passo indietro lasciando la patata bollente nelle mani del capo del governo il quale, a sua volta, facendo un rapido calcolo, ha capito che una forzatura in Senato si sarebbe tradotta in un bagno di sangue per lui e per la sua maggioranza. Allora, meglio un misericordioso rinvio a data da destinarsi dell’approvazione di una legge che, dati i tempi stretti, non vedrà la luce. Almeno in questa legislatura. Paolo Gentiloni, costretto a uno scomodo gioco della torre, ha preferito sacrificare il suo ingombrante capo partito e salvare il più funzionale alleato centrista. Non è un mistero che Angelino Alfano abbia implorato il premier perché evitasse la conta. Negli ultimi giorni si erano rincorse voci di una spaccatura definitiva all’interno della pattuglia parlamentare di Alternativa Popolare. Con l’avvicinarsi delle elezioni nella micro formazione dei transfughi del centrodestra, letti i disperanti sondaggi, non sono pochi coloro che preparano un controesodo in direzione della casa madre. Più dell’ideologia, come sempre nel costume italico, fa aggio la regola aurea del “tengo famiglia”. E con un impietoso 2 per cento pronosticato al suo partito Alfano fa una fatica del diavolo a tenerli prima che se la diano a gambe.

Già, perché di una cosa si può essere certi: l’affondamento dello Ius soli ha dimostrato, in modo inconfutabile, che c’è un centrodestra che sa interpretare il sentire di larga parte della popolazione italiana. E questo ritrovato feeling è destinato a pesare nelle urne. Autunnali o primaverili che siano. Altro che Partito Democratico, o Cinque Stelle o cascami vari della vecchia e nuova partitocrazia. Quando si toccano temi sensibili, destinati a influire sul futuro della nazione, la gente comune sa farsi sentire. Il centrodestra lo ha capito e ha fatto il suo dovere non consentendo, per colpa di una dannosa rissosità interna, a forze idroponiche come il “Movimento” di Beppe Grillo di cavalcare idee e sentimenti di cui non capisce una beata cicca. Li avete uditi i balbettii dei pentastellati sullo Ius soli? Pensate ancora che costoro possano costituire una concreta alternativa di governo per il Paese? Da loro, francamente, non compreremmo neanche un auto usata, figurarsi concedergli un “white card” per Palazzo Chigi. Dunque, il centrodestra è sugli scudi. Ma ora non è più tempo di farsi condizionare dai messaggi vagamente intimidatori che vengono lanciati da una gerarchia ecclesiastica sconvenientemente faziosa. Esageriamo? Cosa pensare allora di Monsignor Gian Carlo Perego, Direttore generale protempore della “Fondazione Migrantes”, che a proposito della decisione di Gentiloni di rinviare l’approvazione dello Ius soli ha testualmente dichiarato: “ è  una vittoria dei prepotenti sui piccoli migranti che non hanno voce”?

Per l’alto prelato esprimere una contrarietà sull’allargamento forzoso della base identitaria sulla quale si cementa il pactum societatis della nazione italiana, è un gesto di prepotenza. Prepotente sarà lei, caro Monsignore. In democrazia una scelta che interviene a modificare l’assetto fondante di una comunità richiede l’adesione libera e consapevole della maggioranza dei suoi membri e non può essere adottata con un colpo di mano parlamentare da una maggioranza raccogliticcia e a fine corsa. L’afa di quest’estate torrida ci soffoca, ma oggi si respira meglio sapendo che lo Ius soli è finito in cantina.


di Cristofaro Sola