Una legge più irrazionale che illiberale

A settantadue anni dalla fine della guerra e del fascismo la logica e il tempo vorrebbero che il Parlamento abrogasse, perché ormai inutili e fuori del contesto storico, la legge Scelba del ’52 e la legge Mancino del ’93. Invece discute una legge preparata da Emanuele Fiano (Pd) che estende il reato di apologia del fascismo anche alla vendita della paccottiglia nostalgica sulle bancarelle, alle etichette sui vini, alle magliette con le frasi mussoliniane fino ai saluti romani negli stadi.

I parlamentari grillini hanno bollato la proposta di Fiano come “liberticida”. In realtà la libertà conculcata c’entra solo di sfuggita nel progetto di legge su cui si è accesa una discussione tanto vivace quanto del tutto inutile.

C’entra, piuttosto, la preoccupazione che la crisi ancora incalzante possa favorire nell’opinione pubblica la spinta a un ritorno al passato che essendo ormai lontano può assumere contorni addirittura mitici. Ma c’entra soprattutto la conferma della linea culturale divenuta egemone dagli anni Cinquanta a oggi che impedisce la storicizzazione di un fenomeno che ha sempre meno testimoni viventi e che per le giovani generazioni appare lontano quanto le guerre puniche. Piero Gobetti aveva definito il fascismo come l’autobiografia della nazione. Ma l’antifascismo del secondo dopoguerra ha stabilito che quella autobiografia non doveva essere conosciuta, per evitare che potesse ancora provocare il virus dell’autoritarismo, ma andava coperta da una coltre spessa di condanna e di esecrazione. Dopo sette decenni di sotterramento di quella autobiografia si ribadisce la linea della pura e semplice condanna con aggiunta di nuove misure penali e non si compie una operazione liberticida ma solo irrazionale e in qualche caso ridicola.

Ci saranno retate a via di San Gregorio Armeno alla ricerca dei pupazzi da presepe raffiguranti il Duce? Ci sarà un’offensiva della magistratura e della polizia per ripulire Predappio dei vini nostalgici e delle bancarelle con stemmi, ritratti e bazzecole varie? Gli stadi saranno riempiti di telecamere per riprendere i volti dei tifosi con tanto di braccio alzato? E i film americani e nostrani ambientati nella Roma antica in cui attori e comparse esibiscono montagne di saluti romani verranno proibiti in quanto indirettamente apologetici?

Sembra una farsa e invece è una tragedia. Perché non tiene conto che dopo un secolo il virus autoritario dell’autobiografia della nazione ha cambiato ceppo. E si presenta in forma nuova e diversa che potrebbe essere scoperta solo cercando finalmente di studiare come e perché l’Italia si affidò al fascismo per uscire dalla crisi del primo dopoguerra.

Aggiornato il 13 luglio 2017 alle ore 21:46