Fate i seri, ragazzi a 5 Stelle

Sulla legge elettorale l’esponente grillino Roberto Fico ha risposto a un nugolo di giornalisti che il suo movimento si attiene rigidamente a quanto stabilito dalla maggioranza degli iscritti al blog di Beppe Grillo.

In sostanza, qualche migliaio di pasdaran a Cinque Stelle virtuali avrebbero autonomamente stabilito che il sistema migliore sia quello tedesco con lo sbarramento al 5 per cento. Ma costoro avevano sistemi alternativi da votare, oltre a quello caldeggiato dallo stesso “garante” pentastellato? Nient’affatto! Nessuna forma di maggioritario o altri possibili sistemi erano presenti nella consultazione grillina. In realtà i militanti della Rete dovevano semplicemente decidere sul seguente quesito apparso sulla famosa piattaforma Rousseau: “Siete favorevoli all’approvazione di un sistema elettorale di impianto tedesco che sia rispettoso della Costituzione, eventualmente con l’introduzione di correttivi di governabilità costituzionalmente legittimi?”.

Ora, all’interno di un non-partito gestito col pugno di ferro dal comico genovese, risulta alquanto improbabile che la gran parte dei suoi iscritti abbiano il coraggio di esprimere un sonoro no a qualunque domanda venga loro posta in questi termini. Soprattutto considerando che non esiste alcuna garanzia circa la segretezza del voto, ciò tende a scoraggiare qualsiasi forma di dissenso all’interno di una militanza la quale, come accade in ogni formazione politica di questo mondo, è in gran parte formata da persone che ambiscono a farsi eleggere in qualche ambito pubblico, foss’anche nel consiglio d’amministrazione della bocciofila di quartiere.

Sotto questo profilo, le consultazioni promosse sulla stessa piattaforma Rousseau somigliano a quella sorta di mere ratifiche di decisioni già prese dall’alto a cui gli iscritti delle vecchie sezioni del Pci erano coinvolti durante il lungo periodo del cosiddetto centralismo democratico. Quindi, chi nel M5S lavora legittimamente per guadagnarsi una qualunque investitura democratica non metterebbe mai in discussione l’attuale dittatura del garante e né, di conseguenza, rischierebbe di inimicarselo con un voto contrario ai suoi desiderata, visto poi il modo in cui Grillo tratta chiunque dissenta da lui o chiunque non riscuota più semplicemente la sua simpatia.

In questo senso il centralismo virtuale del blog a Cinque Stelle esalta in modo particolare l’atavico conformismo che da sempre i partiti politici utilizzano quale collante per mantenere una certa ortodossia di gruppo. E se una volta i dogmi rimasticati del marxismo-leninismo potevano servire allo scopo, oggi nell’Era dell’informatica e della comunicazione superveloce il verbo da tramandare e custodire gelosamente come una reliquia scaturisce direttamente dalla Rete. Illudendosi di appartenere a una democrazia liquida, gli aderenti a questa nuova versione di centralismo democratico diventano l’ennesima foglia di “Fico” dietro cui i loro manovratori politici si nascondono per giustificare scelte già da tempo adottate a tavolino su “suggerimento” di un garante qualsiasi.

Da questo punto di vista, parafrasando il grande Ennio Flaiano, la condizione del dibattito interno al M55 è grave ma non è seria; anzi, direi tragicomica.

Aggiornato il 30 maggio 2017 alle ore 21:28