Un Paese geneticamente instabile

Per comprendere la notevole propensione all’instabilità politica dell’Italia basta osservare il surreale dibattito sulla legge elettorale. Un dibattito che in un Paese civile si sarebbe già da molto tempo risolto con il varo di una legge accettabile, in grado di coniugare i due elementi che contano nell’ambito di una democrazia avanzata: governabilità e rappresentatività. Invece, a circa 25 anni dalla fine del lungo sistema basato sul proporzionale puro, ci ritroviamo a discutere intorno a tutta una serie di pastrocchi, come il cosiddetto “Rosatellum” proposto dal Partito Democratico, ispirati alla nostra tradizionale cultura del compromesso e che non sembrano presupporre nulla di buono.

Sta di fatto, qualunque genialata si riuscirà ad elaborare, che il Paese di Pulcinella continuerà ad avere un sistema diverso per ogni livello di elezione, caratterizzando il quadro politico per una sorta di geometrie variabili sul piano delle alleanze. Infatti, se alla fine dovesse prevalere il liberi tutti di una legge tendenzialmente proporzionale, così come l’aria che tira in questo momento autorizzerebbe a far ritenere, la logica delle coalizioni resterebbe tale a livello locale. Tutto questo, per fare un esempio calzante, tenderebbe ad allontanare le forze populiste e antieuropee da quelle meno propense agli avventurismi sul piano nazionale, ma le costringerebbe a coabitazioni forzate nelle tornate amministrative, ricreando su scala minore l’esperienza dell’Ulivo e del Polo delle Libertà, con i grillini a fare da terzo incomodo.

Ciò non può che contribuire ad aumentare la già elevatissima confusione in una cittadinanza quotidianamente bombardata dai roboanti slogan di una perenne campagna elettorale. Una confusione analoga a quella che sembrano esprimere coloro i quali si contendono la guida dell’Italia, da cui non sembra uscire uno straccio di linea politica coerente, ma solo la pervicace volontà di raggranellare il maggior numero di consensi, senza pensar al domani, come nella celeberrima Canzona di Bacco.

Aggiornato il 24 maggio 2017 alle ore 13:50