A qualcuno piace ingovernabile

giovedì 30 marzo 2017


Una doppia singolare convinzione si va diffondendo all’interno della maggioranza di governo. Quella che la prossima legislatura sarà segnata dall’ingovernabilità e quella che tutto sommato questa prospettiva non sarebbe affatto un male.

Sulla convinzione circa la sempre più probabile ingovernabilità della prossima legislatura c’è ben poco da dire. Tranne l’osservazione che se non si affronta il tema della nuova legge elettorale e si consente che alle prossime elezioni si vada con il proporzionale ritagliato dalla Consulta sul vecchio Italicum, la futura ingovernabilità non solo è probabile ma diventa assolutamente inevitabile. Nessun partito è in grado di raggiungere il quaranta per cento e nessuna coalizione di maggioranza è realizzabile, neppure quella fantasiosa fondata su una impossibile alleanza tra Movimento Cinque Stelle e Lega. Sulla carta, ovviamente, c’è anche l’ipotesi della somma numerica di tutti i partiti del centrodestra con quello che rimarrà del Partito Democratico di Matteo Renzi. Ma questa sorta di unione sacra contro il grillismo è, prima ancora che irrealizzabile, ridicola.

Dunque, senza una legge elettorale adeguata, l’ingovernabilità è certa. Il ché, però, in alcuni ambienti del centrosinistra, in particolare quelli vicini all’ex premier Matteo Renzi, sembra essere un’eventualità niente affatto disprezzabile. Consapevoli che il loro ritorno al governo è quasi sicuramente precluso, i renziani incominciano ad accarezzare l’idea che un anno di ingovernabilità segnato da un eventuale governo minoritario guidato dal grillino Luigi Di Maio potrebbe essere lo strumento migliore per convincere gli italiani della fatuità dell’alternativa costituita dai Cinque Stelle e della necessità di tornare, nelle inevitabili elezioni anticipate del 2019, a puntare sull’unico leader e premier in circolazione in Italia, cioè Matteo Renzi.

Il calcolo è furbetto. Ma ha un difetto. Non tiene conto che il giorno in cui il Movimento Cinque Stelle dovesse diventare il partito di maggioranza relativa con il compito di formare il governo, il suo carro potrebbe diventare improvvisamente zeppo di inattesi ed entusiasti sostenitori. Non va dimenticato che, in questa e nelle precedenti legislature, il fenomeno della transumanza parlamentare dalle opposizioni alla maggioranza è stato ampio e massiccio. Escludere che si possa rinnovare a vantaggio dei grillini è da folli irresponsabili! Invece di scherzare con il fuoco, quindi, sarebbe bene che si desse mano alla nuova legge elettorale!


di Arturo Diaconale