Pd e stampa, i pianti e il doppio fallimento

Quando il Popolo della Libertà si è frantumato non una sola lacrima è stata versata dalla grande stampa nazionale. La fine dell’unità del centrodestra segnava l’avvio del processo di superamento del bipolarismo, cioè del sistema che sia pure a fatica aveva dato un minimo di stabilità al Paese dopo il crollo della Prima Repubblica. E prospettava il ritorno a un sistema bloccato e privo del meccanismo democratico dell’alternanza, in cui un solo partito, il Partito Democratico, aveva l’onere e l’onore di farsi carico della stabilità del quadro politico. Non solo pianti nel momento in cui Gianfranco Fini mise in crisi il centrodestra. E neppure preoccupazioni. Al contrario, solo allegri commenti a festeggiare la caduta del Cavaliere e l’avvento definitivo alla guida del Paese della parte migliore dell’Italia, quella che avrebbe assicurato una volta per tutte l’avvento delle magnifiche sorti e progressive all’insegna della solidarietà e dell’egualitarismo cattocomunista.

Oggi che il partito delle magnifiche sorti e progressive si sfalda non per aggressione esterna ma per il fallimento complessivo di un progetto in cui ogni valore ideale è stato cancellato dal più forsennato personalismo, le lacrime si sprecano. Non c’è commentatore della grande stampa nazionale che non pianga la frattura di una sinistra che in realtà non è mai stata unita e che negli ultimi anni in cui ha governato da sola il Paese e senza il controllo di una opposizione seria, non solo è fallita ma ha portato anche sull’orlo del fallimento l’intera società nazionale.

Si può piangere su questo doppio fallimento? La grande stampa nazionale che offre questo spettacolo ridicolo in realtà piange su se stessa. Non c’è mai stata nella storia d’Italia, tranne che durante il regime fascista, una identificazione così forte e profonda come quella che c’è stata tra classe dirigente di sinistra al potere e mondo dell’informazione. Omologazione? Conformismo? In realtà molto di più. Semplicemente identificazione. In parte per totale comunanza d’idee, in parte per interesse concreto, pratico, brutale. Non a caso il fallimento del partito che doveva essere il perno del sistema coincide con il momento più grave della crisi dell’intero mondo dell’informazione italiana. Per questo chi non piange ha il diritto e il dovere di sperare che dopo il peggio torni la libera stampa a controllare il libero sistema politico.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:57