Il pareggio di bilancio e la verità storica

L’articolo “Il pareggio del bilancio in Costituzione rende l’Italia schiava di Bruxelles” dell’“avvocato costituzionalista” Giuseppe Palma (“La Verità”, 29 gennaio) è sbagliato nel titolo e nel merito. Poiché il giornale di Maurizio Belpietro le rende omaggio fin dal nome, la verità è che ciò che fa dell’Italia la schiava di Bruxelles, nonché di se stessa, non è il pareggio di bilancio, ma il debito pubblico, ben superiore a quello pur iscritto nel bilancio dello Stato.

L’avvocato costituzionalista, proprio perché tale, sa perfettamente che il pareggio di bilancio fu voluto da Luigi Einaudi ed inserito nella Costituzione del 1948. Purtroppo la politica interpretò a comodo suo l’espressione “mezzi per far fronte alle spese”, che significava “niente spese a debito”, e stabilì che “mezzi” significasse non solo tributi, ma anche cambiali pubbliche. La Corte costituzionale, per parte sua, avallò la legittimità costituzionale delle spese pluriennali coperte solo il primo anno. Il “combinato disposto” di questi due vizi capitali, insieme alla promulgazione presidenziale di spese non coperte, ha prodotto la valanga distruttiva incombente sull’Italia che suona irresponsabilmente la grancassa della persecuzione europea.

Come dimostrano i dati storici, i presidenti della Repubblica, i parlamenti, i giudici costituzionali succedutisi dal 1963, i quali tutti hanno contribuito a dissestare le finanze pubbliche aggirando ed eludendo il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio (che, al contrario, avrebbero dovuto preservare), ci hanno reso politicamente schiavi ben prima che all’orizzonte scorgessimo Maastricht eccetera. Fino a quell’anno, stabilità monetaria e oculatezza finanziaria produssero il miracolo economico. Da allora inflazione e debiti sono considerati virtù pubbliche. Il nostro Maestro di libertà e saggezza, David Hume, insegna che o la nazione distrugge il debito pubblico o il debito pubblico distrugge la nazione. Come in effetti sta accadendo anche a noi. Perché nuovi debiti dovrebbero farci arricchire, se finora i debiti pregressi ci stanno impoverendo?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:56