Le turbine rotte e gli irresponsabili

Pare che la Provincia di Pescara abbia solo due turbine antineve e che una di queste fosse rotta e, quindi, non impiegabile per liberare la strada da Farindola a Rigopiano. Pare. Ma il problema non è se la Provincia di Pescara fosse o meno attrezzata per fronteggiare l’emergenza creata dal terremoto e dalle eccezionali nevicate che hanno prodotto la tragedia dell’albergo sepolto. Il problema è perché mai la Provincia di Pescara avrebbe dovuto avere in dotazione due turbine e preoccuparsi di tenerle entrambe in piena efficienza se, a termini di legge, non dovrebbe più esistere. Non è forse, vero, infatti, che le Province sono state abolite? Ed anche se il referendum ha impedito la cancellazione dalla Costituzione della loro dizione, la legge ha stabilito la loro abolizione.

A stare alla riforma così decantata perché presentata come destinata a snellire l’elefantiaco apparato dello Stato ed a ridurre i costi della politica, le competenze tolte alle Province avrebbero dovuto essere attribuite alle Regioni. Di conseguenza, sarebbe spettato alla Regione Abruzzo procurare la turbina mancante a Rigopiano e, soprattutto, assicurare l’agibilità delle strade colpite dalle frane provocate dal terremoto e dalle eccezionali precipitazioni nevose.

Ma chi si è preoccupato di assicurare che il passaggio di competenze tra Province e Regioni avvenisse in tempi rapidi e senza confusioni, lungaggini e paralisi burocratiche? Alla riforma fatta a parole avrebbe dovuto seguire un’attuazione concreta, che si è persa tra le oggettive difficoltà di un passaggio di consegne e di personale lasciato più al caso ed alla occasionale buona volontà delle persone che alla certezza di procedure definite e realizzabili.

Sul banco degli imputati della tragedia di Rigopiano, quindi, va posta l’irresponsabilità della politica dell’immagine, quella che bada solo al risultato immediato assicurato dalla comunicazione e si disinteressa totalmente degli effetti paralizzanti provocati dalla mancata realizzazione degli annunci roboanti.

La parabola politica di Matteo Renzi, dalla sua irresistibile ascesa al suo clamoroso tonfo, è stata segnata dalla strategia della supremazia dell’immagine sui contenuti. Oggi se ne pagano le conseguenze. Ma si incomincia anche a capire che, se la politica continua ad essere prerogativa degli irresponsabili, il Paese è condannato ad avere uno, dieci, cento nuovi Rigopiano!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:57