Soffia il vento  di Trump e della May

Sarà di breve durata lo spettacolo delle vesti strappate di chi non riesce ancora a consolarsi per l’elezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti e per l’annuncio della Premier inglese Theresa May che la Brexit separerà in maniera netta e senza equivoci la Gran Bretagna dall’Unione europea. Basterà attendere i primi passi del nuovo Presidente degli Usa e l’avvio della procedura per l’uscita definitiva dell’Inghilterra dall’Ue per far comprendere, ai vedovi di Barack Obama e di Hillary Clinton ed a chi aveva dipinto la Brexit come la trasformazione della Manica in un oceano invalicabile, che il vento della storia è cambiato nel mondo occidentale. E che da questo cambiamento, sempre che si voglia cogliere al meglio la trasformazione in atto, potrà derivare non il tracollo definitivo della civiltà occidentale ma una sua reazione positiva ad un declino che l’egemonia della cultura progressista e politicamente corretta aveva trasformato in un evento inevitabile.

La separazione tra gli interessi della Gran Bretagna e dell’Unione europea non è una tragedia, ma il ritorno ad una tradizione storica che ha sempre visto, da tempo immemorabile fino al secondo dopoguerra, la preoccupazione della società inglese di mantenere la propria autonomia rispetto al Vecchio Continente. Oggi la May, forte del consenso di gran parte dei propri concittadini, punta a rinnovare quella tradizione. Che non rende l’Inghilterra un Paese estraneo all’Europa, ma lo riporta ad essere un’alternativa politica ed economica ai Paesi con vocazione egemone della realtà continentale.

Lo stesso vale per l’annuncio di Trump di dare un nuovo e più moderno assetto alla Nato. Che non segna l’abbandono da parte degli Stati Uniti degli alleati europei, ma avvia un processo indispensabile di responsabilizzazione di questi ultimi rispetto al comparire di un pericolo che non è più quello proveniente dall’Est ma quello proveniente dal Sud del pianeta.

Nessuno dubita che le scelte di Trump e della May siano destinate a provocare il tracollo dei tradizionali equilibri europei fondati sul ruolo politico prioritario della Germania e sulla sua tradizionale vocazione a diventare l’asse portante del continente europeo. Ma questo tracollo e la nascita di un nuovo equilibrio non più fondato sulla supremazia del blocco continentale tedesco rispetto ai Paesi del Mediterraneo sono inevitabili. Trump e la May serviranno da stimolo alla formazione della nuova Europa. Il ché non è una tragedia, ma un bene!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:57