Il ballottaggio costituzionale ma inopportuno

La voce che la Corte costituzionale potrebbe salvare dell’Italicum solo la formula del ballottaggio bocciando tutte le altre, ha dato una svolta alla discussione sulla nuova legge elettorale. Adesso non si parla solo di ritorno al proporzionale, di premio di maggioranza ridotto e di sbarramento alto. Si parla anche di come mettere insieme proporzionale e ballottaggio, per non creare contrasti con la Consulta ed i suoi indirizzi.

Questa svolta è il segno inequivocabile della ormai conclamata e forse inguaribile sudditanza della politica alla magistratura. Se il rapporto fosse equilibrato, come si vuole e si deve in un corretto stato di diritto, la politica non si porrebbe il problema di come applicare passivamente una indicazione della Corte costituzionale ma prenderebbe atto della decisione della Consulta di considerare costituzionale il ballottaggio ed incomincerebbe a discutere non sulla legittimità o meno della formula ma sull’opportunità o meno della sua utilizzazione.

La sudditanza impedisce questa discussione e rende squilibrato il rapporto tra la Corte costituzionale, che rappresenta la giustizia, ed il Parlamento che rappresenta la politica. La distorsione alimenta nell’opinione pubblica la convinzione che la formazione delle leggi spetti in ultima istanza alle Corti di Giustizia e non alle assemblee dei rappresentanti del popolo. E produce quella spinta continua all’antipolitica che non è una ribellione contro la casta dei privilegiati della politica, ma è un attacco diretto allo Stato di diritto ed al metodo della rappresentanza democratica. Se si vuole impedire che anche la futura decisione della Consulta sull’Italicum diventi l’ennesima occasione di contestazione del sistema democratico, non c’è altra strada che iniziare a discutere sulla legge elettorale fissando con chiarezza i confini entro cui Corte costituzionale e Parlamento debbono muoversi. La Corte indicherà quali sono gli aspetti anticostituzionali dell’Italicum ed il Parlamento, prendendo atto di queste indicazioni, formerà autonomamente e liberamente una nuova legge elettorale cercando di coniugare al meglio il principio della rappresentanza con quello della governabilità.

Serve il ballottaggio per tenere insieme rappresentanza e governabilità? Se serve si adotta. In caso contrario, anche se per la Corte non è anticostituzionale, si scarta.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:57