L’anno delle incertezze

L’anno passato sembrava essere quello della certezza. Che Matteo Renzi fosse destinato a stravincere il referendum ed a consolidare al massimo il proprio potere personale. L’anno che è appena iniziato si presenta invece come quello delle grandi incertezze. Ci sarà la resurrezione di Renzi dopo la rovinosa sconfitta nel referendum o, al contrario, l’ex Premier dopo aver perduto Palazzo Chigi rischierà di perdere anche la segreteria del Partito Democratico? Silvio Berlusconi riuscirà ad ottenere dalla Corte di Strasburgo l’annullamento della condanna che gli impedisce di tornare a candidarsi alle elezioni politiche o dovrà accontentarsi di guidare dall’esterno un candidato Premier di Forza Italia o dell’intera coalizione del centrodestra? Matteo Salvini sarà in grado di prendere l’onda del populismo strappando al Cavaliere la leadership del centrodestra o si troverà a dover fronteggiare la rivolta interna dei leghisti preoccupati di fare solo il gioco di Beppe Grillo? E quest’ultimo riuscirà a mantenere alto il consenso del proprio Movimento fino alle elezioni malgrado il disastro di Roma e l’attacco frontale di quelle caste privilegiate che arrivano addirittura ad ipotizzare lo scioglimento illiberale d’autorità dei Cinque Stelle pur di scongiurare il pericolo di essere messe fuori gioco?

A tutte queste domande al momento non c’è alcuna risposta certa. Le ipotesi e le previsioni non mancano. Ma le variabili sono talmente numerose da lasciare aperta ogni possibile conclusione alle singole storie.

Un dato certo però è che in tanta confusione è iniziata la campagna elettorale. Che potrà concludersi a giugno, come spera Renzi per conservare il potere di fare le liste del Pd e liquidare gli oppositori interni. O potrà finire in autunno o addirittura alla scadenza naturale della legislatura, come vogliono tutti quelli che dopo aver contribuito alla bastonatura dell’ex Presidente del Consiglio non voglio concedergli nessuna speranza di poter tornare a governare il Paese in arrogante solitudine.

La legislatura, quindi, è agli sgoccioli. Ed un minimo di buon senso vorrebbe che le forze politiche incominciassero a preparare il terreno possibile per una nuova legislatura, più rappresentativa di quella attuale ma anche più capace di assicurare un governo stabile e solido al Paese. Questa considerazione indica che il tempo dell’avventura, dell’azzardo e della scommessa è finito. Il risultato del referendum ha detto che la stragrande maggioranza degli italiani vuole sicurezza e rappresentanti autorevoli e credibili.

Chi si saprà mettere in sintonia con questa esigenza vincerà le prossime elezioni!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 19:56