Sulla legge elettorale è impossibile fare presto

venerdì 30 dicembre 2016


Con il sistema tripolare, il “Mattarellum” nella versione originaria diventa il trionfo delle desistenze, degli accordi sottobanco collegio per collegio, delle intese per avere un eletto certo da una parte in cambio di uno altrettanto certo del partito avverso dall’altra.

Ora si parla di un Mattarellum modificato, ma nessuno conosce bene il tipo di modifica che dovrebbe subire. E se l’innovazione è l’elevazione della quota proporzionale al cinquanta per cento, il rischio di trasformare il voto nella sagra dei pasticci non si riduce affatto. Naturalmente non è che il ritorno al proporzionale sia la panacea di tutti i mali. Non esiste un sistema proporzionale perfetto e ci si deve accontentare di quello più rispondente alle esigenze di un determinato periodo storico. Nei vent’anni del bipolarismo l’esigenza primaria sembrava essere quella della governabilità (e si è visto come questa esigenza sia rimasta una pia illusione visti gli sfaldamenti che hanno colpito indifferentemente le coalizioni di centrodestra e di centrosinistra).

Adesso, dopo l’esaltazione dell’uomo solo al comando del triennio renziano, sembra diventato più opportuno garantire sia la governabilità che la rappresentanza. Ed ecco che spunta fuori la correzione del Matterellum e il proporzionale caro a Silvio Berlusconi. Trovare un’intesa sulla legge elettorale non sarà facile. Perché dietro le formule ci sono gli interessi politici. E se Berlusconi punta al proporzionale per liberarsi della zavorra condizionante di Matteo Salvini, quest’ultimo insiste sul sistema maggioritario proprio perché sa bene che, nel perdurare dell’impedimento giudiziario del Cavaliere, lui sarebbe automaticamente il candidato Premier del centrodestra.

Interessi analoghi ci sono anche nel campo del centrosinistra, dove il nodo irrisolto è sempre il futuro ruolo di Matteo Renzi. E forse le stesse dinamiche si agitano anche dentro il Movimento Cinque Stelle pieno di rancori e competizioni personali tra personaggi di alto, medio e basso livello. Queste difficoltà rendono ridicole le sollecitazioni a fare presto portate avanti dai renziani annidiati nei grandi giornali. Ma questa gente, si sa, ha ormai definitivamente perso il senso del ridicolo!


di Arturo Diaconale