Un Governo al servizio del Matteo delirante

Ma cosa sarebbe successo se, invece di isolarsi a Pontassieve come sostengono i suoi più adoranti sostenitori, Matteo Renzi fosse rimasto a Roma a preparare la propria rivincita politica? Oltre a pretendere che Paolo Gentiloni avesse dato vita ad un Governo-fotocopia di quello precedente ed avesse piazzato nei punti chiave dell’Esecutivo i fedelissimi Lotti e Boschi, avrebbe forse chiesto l’uso dell’appartamento di Palazzo Chigi visto che il nuovo Presidente del Consiglio lo lascia libero e preferisce vivere nel palazzo di famiglia di Piazza Santa Susanna?

In realtà non ci vuole l’ironia per sottolineare come Renzi non stia recitando la parte di Cincinnato ma quella di Cesare che si prepara a ripassare il Rubicone. Basta un poco di realismo ed onestà intellettuale, quelle caratteristiche che mancano ai tromboni stonati del renzismo, per rilevare che l’ex Premier è più presente che mai. E ha imposto a Sergio Mattarella ed a Gentiloni la nascita di un Governo che ha il solo compito di spianargli la strada per la conquista definitiva del partito in occasione del prossimo congresso e per la riproposizione della sua candidatura a Premier al momento delle prossime elezioni anticipate.

Dopo aver imposto la paralisi del Paese nei mille giorni della campagna referendaria per dare vita ad una riforma costituzionale che insieme all’Italicum lo avrebbe incoronato il Padrone dell’Italia, l’ex Premier condanna la società italiana ad una nuova fase di stallo in nome della propria forsennata ambizione personale di conquistare il potere e conservarlo il più a lungo possibile.

In questa luce quello di Gentiloni è un Esecutivo di transizione destinato a portare dal Renzi uno dell’ascesa e della sconfitta al Renzi due, quello della vendetta.

Il disegno è fin troppo lucido. Ma è anche ostentatamente egoista. A Renzi non importa nulla della situazione generale del Paese che i suoi tre anni a Palazzo Chigi hanno aggravato a causa sempre del proprio interesse personale. Interessa solo che l’Esecutivo-bis e bus faccia da apripista, con nomine e provvedimenti ad hoc, al congresso del Partito Democratico in cui regolerà una volta per tutte i conti con i dissidenti interni. E che al momento opportuno proceda ad un autoaffondamento, magari utilizzando il Verdini di turno, per costringere Mattarella a sciogliere le Camere e andare ad elezioni anticipate in cui riproporre la propria candidatura a Premier “uomo solo al comando”.

Renzi, in sostanza, vuole usare il Governo Gentiloni per dare vita al Partito di Renzi. E i terremotati? E l’economia? E la situazione internazionale? E la crisi? Per il Matteo che si crede Napoleone sono come l’intendenza: seguiranno!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:07