La spina di Gentiloni si chiama Renzi

Sono molti gli ostacoli che il Presidente incaricato Paolo Gentiloni incontrerà sul suo cammino. Mille giorni di campagna referendaria ossessiva e fallimentare hanno impedito la soluzione di una serie di gravissimi problemi che ora tornano prepotentemente sul tappeto e che vanno affrontati con la massima urgenza ed efficacia risolutiva. Ma l’ostacolo più grande che Gentiloni si trova di fronte è sicuramente rappresentato da Matteo Renzi. L’ex Premier ha compiuto la solita operazione d’immagine sostenendo come le dimissioni a seguito della sconfitta nel referendum abbiano dimostrato la sua diversità innovatrice rispetto alla classe politica tradizionale. Ma anche questa operazione d’immagine si è rilevata un imbroglio. Perché Renzi non si è chiuso a Pontassieve a meditare sugli errori commessi. Ma, dopo aver svolto consultazioni parallele a quelle di Sergio Mattarella a Palazzo Chigi, ha di fatto scelto il suo successore a Palazzo Chigi, in queste ore sta stilando la lista dei nuovi ministri e, proprio sulla base della formazione del Governo, sta preparando la battaglia per venire riconfermato alla guida del Partito Democratico in occasione del prossimo congresso, liquidare tutti i suoi avversari interni e preparare la riproposizione della propria candidatura a Premier prima delle prossime elezioni.

Per Renzi, dunque, il Governo Gentiloni diventa lo strumento principale per prendersi le sue vendette e ricominciare la sua irresistibile ascesa verso il potere. Per questo sta pretendendo di vedere collocati nei punti chiave della nuova compagine governativa i soggetti a lui più fedeli. A dispetto delle prerogative costituzionali del Presidente del Consiglio e dello stesso Presidente della Repubblica.

È chiaro, allora, come l’Esecutivo di Paolo Gentiloni sia destinato a nascere con questa ombra niente affatto oscura ma fin troppo netta e riconoscibile sulla testa. Un’ombra che rischia di condizionare pesantemente in maniera negativa una azione di governo che invece dovrebbe essere più libera ed autonoma possibile. E che è destinata a diventare un problema gigantesco per lo stesso Renzi, trasformatosi in un burattinaio sul quale si scaricheranno in maniera accentuata ed inevitabile tutte le tensioni presenti nel Paese.

Per evitare l’ombra negativa sul suo Governo e sullo stesso Renzi, il nuovo Presidente del Consiglio dovrebbe avere la forza di compiere un atto di discontinuità e di reale indipendenza. Ma, purtroppo per lui e per il Paese, non ne ha la forza!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05