La fine del partito dei “cortigiani”

La lettera di Sandro Bondi a “La Stampa” e l’adesione di Paolo Bonaiuti al Nuovo Centrodestra. I due avvenimenti si sono verificati contemporaneamente e sono stati immediatamente interpretati come intrinsecamente correlati. Nel senso che l’uscita di Bonaiuti da Forza Italia ed il suo ingresso nel partito di Angelino Alfano sono stati considerati come la conferma immediata e clamorosa della tesi di Sandro Bondi del fallimento del partito fondato da Silvio Berlusconi.

In questa correlazione, esaltata soprattutto dagli alfaniani per dimostrare la validità della loro scelta di uscire a suo tempo da Forza Italia, c’è sicuramente del vero. Nel senso che il fallimento del maggior partito del centrodestra è sicuramente testimoniato dalla fuoriuscita di Bonaiuti. Ma questa è solo una parte di una verità che nella sua totalità assume un significato esattamente opposto rispetto a quello espresso dagli esponenti del Ncd e dagli osservatori frettolosi. Il fallimento di Forza Italia è testimoniato dalla fuoriuscita di Bonaiuti per la semplice ragione che a fallire è stato il partito che per vent’anni di seguito è stato rappresentato solo ed esclusivamente dai Bonaiuti che ne hanno formato il vertice ed i quadri.

A fallire per mancanza di progetto politico, in sostanza, è stato il partito dei cortigiani. Quello che non ha saputo imporre ai propri alleati del centrodestra il progetto politico della rivoluzione liberale, perché guidato da un gruppo dirigente preoccupato esclusivamente di curare il proprio interesse personale. In questa chiave si comprende chiaramente il vero significato della correlazione tra la lettera di Bondi e l’uscita di Bonaiuti. Perché l’ex “ombra” costante di Silvio Berlusconi è stato il simbolo vivente del partito dei cortigiani. Di quelli che come unica preoccupazione di un lunghissimo ventennio hanno avuto quella di rimanere sempre e comunque all’ombra del leader da loro concepito come la reincarnazione del Re Sole Luigi XIV e non come l’artefice del rinnovamento in senso liberale del Paese.

Non è un caso, allora, che Bonaiuti sia uscito da Forza Italia per entrare a far parte immediatamente del Nuovo Centrodestra. Perché questo secondo partito è il frutto della scelta dei cortigiani di considerare morto il vecchio Re Sole e di aggregarsi attorno al “Delfino”, autoincoronatosi sovrano prima ancora della dipartita definitiva del monarca. Bonaiuti, in pratica, da simbolo dei cortigiani è andato nel partito dei cortigiani. E non poteva fare altrimenti. Perché non è certo da lui e da quelli della sua genia che si poteva e si potrebbe mai pretendere quel progetto di rivoluzione liberale che Bondi rimprovera a Forza Italia di non aver saputo portare avanti nel ventennio berlusconiano.

Certo, la responsabilità di aver costruito a suo tempo un partito di cortigiani grava su Berlusconi. Che ha scelto, beneficato e allevato i vari Bonaiuti, Alfano, Cicchitto e compagnia più o meno bella. Ma la responsabilità del leader s’intreccia con quella di chi, per convenienza personale, ha scelto il ruolo di cortigiano rinunciando a quello di classe dirigente. Ed è mitigata non solo dalla considerazione che difficilmente avrebbe potuto fare altrimenti viste le condizioni politiche e sociali in cui si è trovato ad operare dalla metà degli anni Novanta ad oggi. Ma anche dalla constatazione che, confermando le sue incredibili capacità intuitive, Berlusconi è il primo a rendersi conto che l’epoca del partito dei cortigiani è finita e che è tornato il momento di dare vita al partito-movimento espressione dei movimenti e delle pulsioni più profonde della società italiana.

Bondi, allora, non ha avuto torto a recitare il de profundis per la vecchia Forza Italia. Ed è un bene che i cortigiani alla Buonaiuti l’abbiano liberata del loro peso. Si tratta ora di vedere se e come il nuovo partito-movimento di Berlusconi saprà portare avanti il progetto della rivoluzione liberale nel Paese in cui gli ultimi epigoni del cattocomunismo si travestono da liberali per avere successo e potere!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:26