Il nodo ferroviario di Bari

domenica 31 luglio 2022


Il caso del nodo ferroviario della città di Bari, bloccato dal Tribunale amministrativo regionale (Tar), non solo preoccupa ma mette in evidenza quanto sia ancora importante la presenza di un sindaco del Movimento 5 stelle nella gestione di un Comune di questo Paese. A mio avviso, è utile conoscere, in modo sintetico, i vari passaggi che hanno caratterizzato una scelta difficile da capire, approfondendoli, si capisce, fino a che punto siano ancora pericolosi gli ultimi sussulti di comportamenti sconcertanti, per la storia della nostra Repubblica, quali quelli del Movimento 5 stelle. In realtà, come nel caso delle infezioni polmonari, gli ultimi giorni, le ultime fasi sono quelle più pericolose.

Ebbene, entrando nel merito di ciò che è successo in terra di Puglia, ricordo che l’asse ferroviario che interessa il nuovo nodo di Bari attraversa la realtà comunale di Noicattaro dove esiste un insediamento archeologico che il Ministero della Cultura (non la Confraternita preposta alla organizzazione della festa del patrono) lo ha considerato di non rilievo artistico. E, malgrado sia la Regione Puglia, sia la Soprintendenza si siano opposti al riconoscimento del parco, un Comitato locale, denominato “Le Vedette della Lama”, ha presentato un ricorso al Tar che lo ha accolto, anche perché tale ricorso era supportato dal richiamato Comune di Noicattaro.

Nasce subito, dopo un simile blocco, un primo problema: dei 406 milioni necessari per realizzare il nuovo impianto ferroviario del nodo di Bari, 205 milioni sono frutto di un finanziamento legato proprio al Pnrr e quindi siamo tornati in Puglia allo scontro tra una scelta del Governo e una esigenza, in questo caso inesistente, di una realtà urbana governata, speriamo ancora per poco, dal Movimento 5 stelle. Stiamo, in realtà, vivendo un caso analogo alla Trans Adriatic Pipeline (Tap), un caso che ha prodotto un ritardo nella realizzazione della condotta di oltre un anno e che solo oggi stiamo capendo quanto sia stato folle quel comportamento, quanto abbia pesato sul bilancio energetico del Paese quell’immotivato ritardo. Questa volta il fatto nuovo però sarà da ricercarsi nel comportamento del Tar, perché, a questo punto, capiremo se, nella lunga trama dei controlli, nella lunga trama delle verifiche di un elaborato progettuale, una trama caratterizzata, solo a titolo di esempio, da:

1) Parere da parte di coloro che partecipano al dibattito pubblico.

2) Parere del Ministero dell’Ambiente attraverso anche gli elaborati legati alla Valutazione ambientale strategica (Vas) e alla Valutazione di impatto ambientale (Via).

3) Parere del Ministero della Cultura e delle varie Soprintendenze.

4) Parere della Conferenza dei servizi al cui interno sono presenti tutti gli organismi direttamente o indirettamente interessati.

5) Parere del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla copertura finanziaria dell’opera debba anche esistere un parere propedeutico del Tribunale amministrativo regionale competente. 

Questa che può sembrare una discutibile, scherzosa battuta. Purtroppo non lo è. Infatti, la Presidenza del Consiglio ha capito subito che un simile atto rappresenta un precedente pericolosissimo e, secondo notizie stampa, sta avviando le pratiche per procedere alla impugnazione. Il che dimostrerebbe che la intraprendenza Nimby (inglese per Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”) del Tar, i comportamenti discutibili dei tanti Tar d’Italia, potrebbero mettere a repentaglio l’attuazione del Pnrr. Infatti se, dopo un filtro così lungo nell’approvazione di un progetto, un filtro in cui tutti, dico tutti, hanno potuto esaminare e condividere le motivazioni tecnico-scientifiche che caratterizzano un determinato intervento, compaia alla fine un soggetto come il Tar che ritiene non valide o discutibili scelte oggettive, allora forse sarebbe stato utile fare approvare, in modo propedeutico tutte le opere del Pnrr dai Tar del Paese.

Non è una battuta ma, in fondo, come i Tar sono importanti anche i Comuni amministrati dal Movimento 5 stelle. Cioè ai Tar sarebbe forse stato utile aggiungere, nell’approvazione del Pnrr, anche i Comuni governati dal Movimento 5 stelle o da schieramenti simili. Siamo italiani, io addirittura sono anche meridionale e, quindi, possiamo permetterci il lusso di scherzar su fenomeni così inconcepibili, ma i funzionari della Unione europea o i governanti degli altri Paesi della Comunità cosa diranno di fronte a questa folle corsa del nostro Paese a rendere difficile la realizzazione anche di ciò che non solo è indispensabile per la crescita e lo sviluppo ma di ciò che tutti hanno scelto e deciso di realizzare; invece alla fine scopriamo che esiste sempre un soggetto che è in grado di bloccare tutto.

Devo essere sincero: mi ero convinto che a bloccare un intervento ci sono tanti soggetti, tanti organismi ma non avevo incluso tra questi anche il Tribunale amministrativo regionale e, dimenticavo anche il Consiglio di Stato, e questo mi terrorizza e, al tempo stesso mi convinco sempre più che Carlo Lorenzini (Collodi) aveva capito bene il nostro Paese, aveva capito che eravamo nella più inimmaginabile realtà dell’assurdo. 

(*) Tratto da Le Stanze di Ercole


di Ercole Incalza (*)