Istat: in calo la fiducia dei consumatori

“Ad aprile 2022 si stima una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori che passa da 100,8 a 100,0. Invece, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese aumenta lievemente passando da 105,3 a 105,5. Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in calo, a eccezione del clima futuro. In particolare, il clima economico scende da 98,2 a 97,3, il clima personale cala da 101,7 a 100,9 e il clima corrente registra la flessione più marcata, passando da 105,7 a 100,8; in controtendenza rispetto alle altre componenti, il clima futuro aumenta da 93,5 a 98,9”. Così l’Istat.

“Con riferimento alle imprese, segnali discordanti provengono dai comparti oggetto di rilevazione. Nell’industria manifatturiera l’indice di fiducia rimane sostanzialmente stabile (da 110,1 a 110,0) e nel comparto delle costruzioni aumenta ancora leggermente (da 160,1 a 160,6). Anche nel commercio al dettaglio la fiducia migliora, con l’indice che sale 100,1 a 103,4 mentre nei servizi di mercato si registra un peggioramento (l’indice scende da 98,9 a 97,0)”.

“Quanto alle componenti degli indici di fiducia – hanno indicato dall’Istituto nazionale di statistica – nella manifattura tutte le variabili registrano un’evoluzione positiva a eccezione dei giudizi sugli ordini mentre nelle costruzioni peggiorano solo le attese sull’occupazione. Con riferimento ai servizi di mercato, i giudizi sugli ordini e sull’andamento degli affari si deteriorano ma si stima un aumento delle attese sugli ordini. Infine, nel commercio al dettaglio la dinamica negativa dei giudizi sulle vendite si contrappone ad un miglioramento deciso delle relative attese; le scorte di magazzino sono giudicate in decumulo”.

“In relazione alle domande sugli ostacoli all’attività rivolte alle imprese manifatturiere trimestralmente, si registra un aumento della quota di imprese che segnala ostacoli all’attività produttiva (dal 46,5 per cento al 53,3 per cento). Tra i principali fattori che condizionano l’attività, prevale “Altri motivi” (la quota di imprese che hanno selezionato questa opzione passa dal 19,1 per cento dell’ultima rilevazione al 25,6 per cento) seguita dall’insufficienza di impianti e/o materiali (dal 17,4 per cento al 22,7 per cento)”.

Il fatturato dell’industria

“A febbraio si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 2,8 per cento in termini congiunturali, con un andamento positivo su entrambi i mercati (+2,5 per cento quello interno e +3,6 per cento quello estero). Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022 l’indice complessivo è cresciuto del 3,2 per cento rispetto al trimestre precedente (+2,4 per cento sul mercato interno e +4,5 per cento su quello estero)”. Questo quanto rimarcato dall’Istat.

“Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a febbraio gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per tutti i principali settori: l’energia (+4,8 per cento), i beni di consumo (+3,9 per cento), i beni intermedi (+3,3 per cento) e i beni strumentali (+0,8 per cento). Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 20,9 per cento, con incrementi del 21,4 per cento sul mercato interno e del 20,2 per cento su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2021”.

“Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie – è stato precisato – si registrano incrementi tendenziali molto marcati per l’energia (+47,7 per cento) e i beni intermedi (+31,6 per cento), più contenuti per i beni di consumo (+15,3 per cento) e i beni strumentali (+7,1 per cento). Con riferimento al comparto manufatturiero, gli aumenti tendenziali riguardano tutti i settori di attività economica, ad eccezione del comparto dei mezzi di trasporto”.

Aggiornato il 28 aprile 2022 alle ore 18:03