I flussi finanziari determinano il futuro delle grandi economie mondiali. L’Opinione ha chiesto di spiegare i meccanismi dell’universo valutario a Fabio Venditti, 50enne, originario di Sora (Frosinone) romano d’adozione, operatore finanziario che si occupa del mercato da venticinque anni, promotore del “Take profit”. Da anni teorizza le proprie idee in radio, in televisione e sui giornali.

Quando è nata la sua passione per i mercati valutari?

Dopo la Ragioneria, mi sono iscritto alla Facoltà di Economia e Commercio. Durante gli anni universitari sono rimasto affascinato da un mondo complesso come quello valutario. Un mondo che può stritolarti, se non hai accanto un consulente rigoroso. Per questi motivi, occorre studiarne il sistema. Ricordo distintamente quando esplose la mia passione. Avevo appena superato brillantemente l’esame di Analisi matematica 1. Presi un bel 28. Fu allora che iniziai a sognare ingenti guadagni in Borsa.

E naturalmente non fu facile.

Erano gli anni Novanta. E Il Sole 24 ore pubblicava una serie di volumi sul mercato valutario. In particolare, lessi, anzi, divorai in pochi giorni, Come guadagnare in borsa di Renato Di Lorenzo. All’interno del testo venivano enunciate una serie di formule logaritmiche. Fu una folgorazione. Da allora, ho letto volumi su volumi sull’universo borsistico. Ma dalla teoria alla pratica, ovviamente c’è un abisso. Infatti, inizialmente perdevo soldi in Borsa. Sistematicamente. Cercavo di mettere in pratica quelle idee. Ma non c’era verso di guadagnare. Ho continuato a studiare i sistemi borsistici. E ho iniziato a lavorare come promotore finanziario di una banca.

Quali sono le tecniche vincenti nel mondo del trading?

Come ho sempre sostenuto, non esiste una formula magica. Ma tutto quanto appare evidente nei mercati finanziari, in realtà è frutto di dinamiche, solo in apparenza, illogiche.

Lei ha messo in pratica un vero e proprio sistema per ottenere risultati sul mercato valutario?

Si tratta delle tecnica del Take profit” che riesco a calcolare, grazie al brevetto ereditato da un ingegnere di Sora. Era a capo del settore investimenti di un importante istituto finanziario. Così, una teoria è diventata tecnica. Uno studio che mi ha cambiato la vita. Ma, quel che più conta, ha cambiato la vita dei miei numerosi clienti.

Quando avvenne quell’incontro così decisivo?

Esattamente una ventina d’anni fa. Avvenne durante quella che definisco la mia “parentesi politica”. Su pressione di alcuni amici, decisi di candidarmi alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di un piccolo paese. Arrivai terzo in lista e fui eletto. Durante la campagna elettorale incontrai, inevitabilmente, una serie di persone. Di potenziali elettori. E, proprio in quel periodo, conobbi l’ingegnere di Sora. Una persona che non c’è più, purtroppo.

Cos’è il “Take profit”?

È un “momento”. Il “trader” deve essere capace di assumere decisioni esatte al momento opportuno. Sto parlando del cosiddetto timing d’ingresso e dei livelli d’uscita dall’operazione finanziaria.

È su questo equilibrio che si basa il metodo della cosiddetta “marginazione” di cui lei parla spesso?

Esattamente. È l’effetto della proporzione su un conto trading.

E tecnicamente, cosa sono i pips?

Misurano gli spostamenti o i movimenti che una valuta può vantare rispetto a un’altra. La “marginazione” vuol dire che bisogna calibrare le entrate in proporzione alla disponibilità del proprio conto.

La partita tra euro e dollaro continua?

Naturalmente. Non a caso, la coppia euro-dollaro è definita la “major”. Ma è tempo di cambiamenti.

In che senso?

Fino a giugno la coppia euro-dollaro rappresentava la “formula magica” per il trading. Ora una nuova coppia valutaria si staglia all’orizzonte. Parlo del Cad (dollaro canadese) e del Jpy (yen giapponese).

È una novità. Qual è la situazione attuale del mercato valutario?

In questa fase, l’attenzione degli investitori resta catalizzata dai dati relativi all’inflazione americana. Ma, dopo un lungo periodo determinato dal primato della coppia euro-dollaro, avanzano le valute del Canada e del Giappone. L’economia canadese è una delle più importanti al mondo, vive tuttora una fase di forte sviluppo. D’altro canto, l’andamento dell’economia nipponica è fortemente ciclica e dovrebbe beneficiare della ripresa economica mondiale post-Covid. Inoltre, il Paese asiatico può vantare un settore tecnologico molto forte, le cui specializzazioni spaziano dall’automazione industriale al 5G.

In prospettiva, c’è un arretramento della coppia euro-dollaro?

Tra alti e bassi, si configura un’altissima probabilità di un ribasso di questa coppia valutaria. È anche vero che si registra il rafforzamento dello jpy giapponese sul dollaro canadese.

Quali sono i numeri attuali?

La coppia euro-dollaro a luglio era ferma al cambio 1,1850. Ai primi di dicembre era scesa a 1,1180. Era quello che prevedevo. Il target era di 1,10. C’è stato un rimbalzo. Scenderà molto più giù. Tra alti e bassi dovrà arrivare sotto la soglia psicologica di 1,10.

E a che punto si trova la coppia valutaria Cad (dollaro canadese)-Jpy (yen giapponese)?

Oggi il cad-jpy si aggira sul cambio 91,80. Tra alti e bassi. Deve arrivare intorno a 80-81. Il vero “Take profit” è 80,00/81,00. Il Canada è una nazione importante. Ma il Giappone, nel prossimo futuro, avrà la meglio sulla divisa canadese. Ma è un ragionamento di prospettiva. Per il momento è più forte il dollaro canadese.

Aggiornato il 14 gennaio 2022 alle ore 09:35