Riflessioni sullo strumento assicurativo al tempo della pandemia

In questi mesi si è parlato molto di banche e poco di assicurazioni. Forse però sono maturi i tempi perché, quando terminerà questa emergenza sanitaria, le assicurazioni possano dare un importante contributo per fronteggiare eventi drammatici e improvvisi.

Da tale considerazione iniziale si è partiti ieri in occasione del webinar Assicurazione e rischi sistemici. Riflessioni al tempo della pandemia, che ha visto la partecipazione di Andrea Battista (Ceo Net Insurance), Giampaolo Galli (economista, già direttore generale Ania) e Salvatore Rossi (presidente Tim, già presidente Ivass). L’incontro è stato introdotto e coordinato da Alberto Mingardi (direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni). 

Lo strumento assicurativo è stato ideato proprio per fronteggiare i rischi. Per Battista però l’impatto della pandemia è stato talmente diffuso che in qualche misura le assicurazioni si sono trovate spiazzante. Rossi è intervenuto per evidenziare quali sono i problemi che caratterizzano il binomio pandemia e assicurazione. Ad esempio ha posto il tema della misurazione: i modelli, per quanto complessi, possono definire un giusto premio per i rischi che derivano dal contagio? E’ davvero valutabile come nel caso di danni alla casa o all’automobile?

A sua volta Galli ha citato uno studio Ocse riguardante proprio tali questioni, in cui l’Italia non è citata, perché non è un esempio né interessante né virtuoso. E’ un Paese sottoassicurato, per effetto dello statalismo che tende a scaricare sul pubblico questo ruolo.

In conclusione Mingardi ha evidenziato anche la questione “politica”, dato che la gestione della crisi è stata una straordinaria opportunità di creazione di consenso. Si tratta di una cosa molto più semplice dei modelli assicurativi, che i politici conoscono benissimo. Come portare dunque la politica ad avere una visione saggia ma di lungo termine?

Aggiornato il 28 settembre 2020 alle ore 10:20