Europa e fondi anti-crisi

In questa crisi economica da shock pandemico l’Unione europea ha cominciato a ricoprire un ruolo da protagonista. L’Ue ha infatti proposto per gli Stati membri un pacchetto variegato ed elastico di strumenti per la ripartenza.

Sure, Mes, Erf. Verso l’Europa di Bengodi? è stata dunque la domanda che ha aperto il nuovo webinar Ibl, con l’obiettivo di ragionare sulla strategia europea e chiedersi che tipo di quadro di finanza pubblica emergerà quando imprese e cittadini imboccheranno l’auspicata via della ripresa.

Moderato da Carlo Stagnaro, il seminario on-line ha cercato di guardare oltre la notizia che “piovono soldi da Bruxelles”, analizzando i dettagli di un piano d’azione comunitario che è assolutamente innovativo.

Per Nicola Rossi (Ibl e Università di Roma Tor Vergata), la crisi cambierà i rapporti tra sovranità nazionale e Unione, ma anche il ruolo del Parlamento Europeo. Il bilancio comune è adesso raddoppiato: le risorse disponibili non sono regali, ma andranno investite secondo un’agenda precisa e ripagate con una tassazione “paneuropea”.

L’Europa si è equipaggiata di una serie di strumenti per fronteggiare la crisi che prima non c’erano, reagendo con molto più senso dell’urgenza che nelle altre crisi, questo secondo Veronica De Romanis (Luiss Guido Carli e Stanford University di Firenze). 

Le misure sono “temporanee ed eccezionali”, hanno ricordato i relatori, che hanno aggiunto che non esistono “pasti gratis”. La riattivazione dei vincoli di finanza pubblica, come del patto di stabilità e crescita, sarà quindi un evento molto sano per l’Italia. Allora il Paese avrà dimostrato di sapere trasformare la crisi in un’opportunità, oppure si sarà persa un’altra occasione per imparare dagli errori.

Aggiornato il 29 maggio 2020 alle ore 12:24