Sace e la moltiplicazione dei pani e dei pesci

Non vorrà sembrare irriverente in questo periodo il riferimento evangelico ma per capire l’effetto moltiplicatore di denari conferito a Sace dal Decreto salva imprese, altro non si può fare se non ricorrere al noto miracolo di Gesù. Il Decreto liquidità appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, pertanto da oggi in vigore, prevede infatti la garanzia del 100 per cento dello Stato sui prestiti che in varia misura piccole e medie imprese nonché professionisti potranno richiedere alle banche. Qualora il prestito sia sotto i 25mila euro addirittura non ci sarà alcuna valutazione del merito di credito mentre aziende con fatturato sotto 1,5 miliardi di fatturato otterranno la garanzia sino al 90 per cento dell’importo del finanziamento con procedure semplificate.

La triangolazione con cui lo Stato fornirà le tutele alle banche per i debitori insolventi non è ben specificata ma per la maggior parte dei 400 miliardi che potranno essere erogati le garanzie sui prestiti saranno affidate a Sace, società che si occupa di assicurazioni e servizi finanziari per aziende che fanno export, controllata da Cassa depositi e prestiti. Intendiamoci, Sace è un fiore all’occhiello nel settore. Nell’elegante sede di piazzetta Poli a Roma si respira aria di efficienza e serietà e la direzione affidata in precedenza ad ex diplomatici di spessore ne ha esteso competenza e collocazione in varie parti del mondo. Anche gli attuali vertici hanno profili di tutto rispetto e ne hanno confermato le principali attività di assicurazione del credito e protezione degli investimenti nei principali mercati internazionali aprendo nuove sedi a Hong Kong, Città del Messico, Istanbul, Mosca e Johannesburg.

I suoi servizi non si limitano a fornire assicurazioni o aiuti finanziari a imprenditori che vogliono investire all’estero ma contemplano programmi formativi per strategie di crescita internazionale, elaborazione di analisi per individuare i Paesi con le maggiori opportunità di business considerando gli specifici rischi, convegni tematici ove far incontrare imprenditori che in sinergia possono sviluppare programmi congiunti in aree altrimenti di difficile penetrazione. Il punto è però un altro. Dai dati in rete si legge che nell’ultimo bilancio disponibile, quello del 2018, Sace ha ottenuto un utile netto di 482 milioni di euro e dispone di un patrimonio netto di 5,3 miliardi.

Utili e patrimonio di tutto rispetto ma in assenza di un moltiplicatore di qualche tipo non si capisce come possano fungere da garanzia per cifre pari a 400 miliardi. Tale aspetto non del tutto secondario e al momento indecifrabile sarà sicuramente chiarito durante la discussione del Disegno di legge di conversione. Ora accontentiamoci del beneficio concesso dal provvedimento senza troppe domande. Rimane però il dubbio di come facciano le agenzie di credito che al momento, con ranghi ridotti per la contingenza, non riescono a fronteggiare neppure le esigenze ordinarie, a istruire le probabili innumerevoli istanze che verranno presentate.

Aggiornato il 09 aprile 2020 alle ore 12:56