L’euro va tesaurizzato stampando lira per l’agricoltura

Su giornali e tivù campeggia la notizia della Banca centrale europea che avrebbe lanciato un “Quantitative easing” da 750 miliardi di euro.

I media e certi politici lo appellano come bazooka a beneficio dell’economia, ma non dicono che quei quattrini non andranno certo a beneficio della gente, che sono solo una partita d’equilibrio: una sorta di partita di giro tra banche, speculatori e sempre più traballanti bilanci degli Stati (ed anche quello tedesco non è certo in buona salute). Vale a dire un’ulteriore scivolata verso la privatizzazione (ad opera della speculazione finanziaria) delle leve statali in campo economico, produttivo e sanitario. L’Italia in questo giochetto rischia di veder bruciare circa 4.300 miliardi di ricchezza finanziaria posseduta dalle famiglie italiane, di cui circa 1.300 miliardi parcheggiati sui conti correnti. Come se non bastasse, qualche multinazionale della speculazione scommette sul fatto che, alle brutte ed in forza del Mes-2, chi governa l’Italia potrebbe vendere l’intero patrimonio immobiliare italiano all’insaputa degli stessi proprietari, anche trasformando catastalmente i titoli di proprietà in concessioni novantanovennali: come già in uso soprattutto per i patrimoni immobiliari dell’ex Germania Est, dove insistono palazzi su terreni dello stato, ed i proprietari degli appartamenti, ad ogni scadenza concessoria, devono ricomprare il titolo perché la loro proprietà insista su quel terreno. In pratica la legislazione europea, per coprire la stratificazione consolidata del signoraggio, consente che il pubblico si trasformi in esattore dell’usura organizzata dai mercati: un giro di parole su cui dovete riflettere, e così capirete perché non riuscite a fermarvi (come il criceto nella ruota) dal cercare soldi, pena finire nel calderone dei poveri irreversibili.

Che il premier Giuseppe Conte sia complice e servo del sistema emerge dal fatto che ora stia lodando il “bazooka” sventolato da Christine Lagarde (vertice Bce). Eppure basterebbe davvero poco per dare serenità agli italiani, promettendo loro dignità e pezze al sedere ma senza pagamento di tasse ed interessi sugli interessi.

Partiamo dal dato, a tutti evidente, che i beni prodotti dal settore primario (agricoltura, allevamento e pesca) non possono più uscire dall’Italia, né produzioni alimentari estere entrano nel Belpaese. Ergo, gli euro circolanti alimentano solo il mercato interno, e nemmeno Amazon fa consegne come del resto sembrano ridotte al lumicino le rimesse estere. A questo punto la produzione e l’economia tutta è totalmente concentrata sul mercato interno. Questo fenomeno è identico in tutti i Paesi dell’Ue, fatta eccezione per gli storici rapporti tra Germania e Austria (la merce passa col contagocce) e tra Francia, Belgio e Lussemburgo. Ne deriva che un governo buon padre di famiglia dovrebbe emulare l’esempio cinese: in Cina da decenni riempiono i forzieri di euro e dollari, ma per alimentare il mercato interno usano solo Yuan. Non sarebbe certo il caso di vietare di spendere nel nostro territorio monete diverse dall’euro, anche perché la Cina può fare questo in forza d’essere un regime non democratico.

Però l’Italia potrebbe introdurre una sorta di “am-lira”, moneta che venne iniettata nel tessuto economico italiano tra il 1943 ed il 1946, e totalmente intercambiabile con le lire (all’epoca tesaurizzate in casa come s’usa in tempo di guerra). Una sorta di moneta ausiliaria e succedanea dell’euro per il mercato interno, il cui uso avrebbe una circolazione libera nell’interscambio del settore primario, ovvero l’acquisto e la vendita di prodotti ortofrutticoli e d’allevamento. Questa soluzione avvierebbe certamente una spinta inflattiva, ma eviterebbe l’ulteriore indebitamento in euro. Questi ultimi, da buoni cinesini, li metteremmo in cassaforte, e per restituirli a chi ci presenterà il conto di questa grande depressione da corona virus. Ma a quanto pare il Governo Conte ha già optato per l’ulteriore svendita del Paese. E perché solo un babbeo può non intuire che, i 600 miliardi di euro stampati dalla Germania serviranno ai tedeschi per comprare pezzi d’Italia. In questa logica rientra il colpevole fermo alle produzioni artigianali ed industriali. Come pure l’aver allargato la cassa integrazione a più di 12 milioni di soggetti, e perché nei dicasteri di economia e lavoro sanno bene che le aziende chiuderanno, che entro settembre l’Italia si desterà con 10 milioni di disoccupati in più. In questo futuro scenario il potere avrà bisogno di un esercito (veri e propri mercenari al soldo del potere) per contenere la violenza di affamati ed indigenti. Una situazione da dopoguerra, che permetterà ai manovratori di sospendere le garanzie costituzionali. Preferiranno quest’epilogo, piuttosto che stampare una monetina italiana utile a farci campicchiare, commerciare, arrangiarci come s’usava dopo la guerra.

Aggiornato il 19 marzo 2020 alle ore 13:41