Aerolinee siciliane: l’azionariato popolare ti mette le ali?

martedì 4 febbraio 2020


Il dramma economico di Alitalia, ormai vero e proprio pozzo senza fondo in cui spariscono palate di soldi pubblici, dovrebbe insegnare che un’impresa di aerolinee può stare sul mercato se riesce ad essere competitiva nella copertura delle rotte: non solo per la benedizione di una bandiera sulle fiancate degli aerei.

Proprio nella settimana dell’approvazione in Parlamento dell’ennesimo decreto di salvataggio di Alitalia, si apprende di una nuova iniziativa nel settore: le Aerolinee siciliane.

La nascita di una nuova avventura imprenditoriale in una regione fortemente problematica quanto a iniziativa d’impresa dovrebbe suscitare entusiasmo. Anche guardando al metodo di finanziamento si dovrebbe restare positivamente stupiti: il capitale iniziale dovrebbe infatti essere garantito dall’azionariato popolare, una forma partecipata e innovativa. Senza contare che la nuova società dichiara di avere per vocazione quella di garantire il “diritto a viaggiare”, fermando “la brutalità delle pratiche del trasporto aereo con i conti in attivo” con una “compagnia costruita dai passeggeri, che serve gli abitanti gli ospiti delle isole siciliane”. Lo statuto della società si ispira addirittura ai “principi fondanti della Regione Siciliana” e reca per missione quella di partecipare e contribuire a realizzare la personalità umana, in armonia con la dichiarazione aziendale “il popolo per il popolo”.

Insomma, a leggere la documentazione sul sito web può venire il sospetto che l’obiettivo sia costituire quel “campione del trasporto aereo siciliano” che più volte è stato indicato dai politici dell’Isola come soluzione ai “cattivi sfruttatori” del resto d’Italia, i quali lucrano sulla condizione di insularità, costringendo i siciliani a pagare cifre esorbitanti per i collegamenti con il resto del mondo. Ma un campione non dovrebbe correre più forte, o basta che convinca l’arbitro a truccare i risultati a suo favore?

Una compagnia aerea che nasce avendo in mente solo questa quota di mercato dichiara sin da principio di essere in gara per conquistare non la preferenza del consumatore, ma aiuti di Stato.

I siciliani possono accorciare le distanze con il continente solo migliorando le condizioni di contesto con istituzioni efficienti e regole semplici e coerenti, grazie alle quali ciascuna impresa, anche non locale, può essere incentivata a investire rispondendo a una domanda di mercato, senza dover ricorrere all’azionariato popolare e senza dover assecondare necessariamente i politici di turno per fare un po’ di propaganda. Altrimenti, difficilmente un’impresa potrà andare lontano, anche se prova a mettere le ali.


di Istituto Bruno Leoni